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Migranti, commissaria Ue Johansson a Sky TG24: “Vite umane si salvano fermando partenze”

Mondo

La Commissaria europea per gli Affari Interni Ylva Johansson ha detto: “Dovremmo avere un approccio molto pragmatico nei confronti della migrazione. Con il nuovo patto proponiamo un meccanismo di solidarietà specifico per l’Italia”. Alla domanda se si possa usare con la Libia lo stesso metro usato con la Turchia per bloccare i flussi migratori, ha risposto: “Ogni Paese membro ha bisogno di un approccio specifico”

“Penso che dovremmo avere un approccio molto pragmatico e sobrio nei confronti della migrazione, deve essere gestita, e sarà gestita meglio insieme all’interno dell’Ue ma anche con i Paesi da cui viene la migrazione”. È quanto dice a Sky TG24 la Commissaria europea per gli Affari Interni Ylva Johansson, intervistata per “Mondo” da Massimo Leoni. “Domani andrò in Tunisia per cercare di trovare una soluzione per ridurre le partenze, gestire la migrazione e i motivi che conducono alla migrazione e anche per assicurarmi che coloro non hanno diritto di rimanere in Italia possano essere rinviati nello Stato di origine, ha aggiunto.

“Nel nuovo patto meccanismo di solidarietà per l’Italia”

La Commissaria europea per gli Affari Interni ha spiegato: “Se vogliamo salvare vite, la cosa più importante è fare in modo che i migranti non partano, non comincino proprio questi viaggi trovando l’occasione di intraprendere dei percorsi legali o anche di trovare lavoro nel loro Paese e poi gestire meglio le frontiere. Con il nuovo patto proponiamo – ha sottolineato - un meccanismo di solidarietà specifico per l’Italia. Ogni anno con un anno di anticipo ci sarà un numero prefissato di rilocalizzazioni, per cui chi arriverà in Sicilia, per esempio, verrà mandato nei Paesi membri che si sono impegnati per quel numero di migranti. Questo è un meccanismo che ha la prevedibilità necessaria e spero che il nuovo patto per la migrazione verrà approvato presto”. 

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Libia come Turchia? Ogni Paese ha bisogno di un approccio specifico

Alla domanda se si possa usare con la Libia lo stesso metro usato con la Turchia per bloccare i flussi migratori, ha risposto: “Ogni Paese membro ha bisogno di un approccio specifico, particolare. Non possiamo fare ‘taglia – incolla’, dobbiamo tenere conto delle situazioni specifiche dei vari Paesi partner. È vero però che dobbiamo lavorare insieme a questi Paesi per poter gestire le frontiere la migrazione, anche perché i giovani abbiano più opportunità. La Libia non è un Paese sicuro nel suo insieme però noi dobbiamo salvare delle vite ed è un obbligo anche della Guardia costiera libica di salvare delle vite in pericolo in mare, è un obbligo per tutti i Paesi, fa parte del diritto internazionale. Quello che dobbiamo fare – ha concluso - è investire per dare migliori mezzi al fine di gestire questa situazione”.

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