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Perù, missionaria laica italiana uccisa con un'ascia

Mondo
©Getty

Nadia De Munari, di 50 anni e originaria di Schio (Vicenza), è stata uccisa la sera del 20 aprile, forse durante un tentativo di rapina, nella zona di Nuevo Chimbote. Nel Paese con l'Operazione Mato Grosso, la donna era responsabile nel centro 'Mamma mia'. La polizia peruviana indaga sull'aggressione. La Farnesina ha confermato il decesso e l'ambasciata italiana a Lima sta seguendo la vicenda

Una missionaria laica italiana, Nadia De Munari, di 50 anni e originaria di Schio (Vicenza), è stata uccisa in Perù a colpi di machete, forse durante un tentativo di rapina, come riferisce Il Giornale di VicenzaIn Perù con l'Operazione Mato Grosso, la missionaria era responsabile nel centro 'Mamma mia' di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi. La Farnesina ha confermato il decesso. L'ambasciata italiana a Lima sta seguendo la vicenda da vicino ed è in contatto con i familiari della connazionale e con le autorità locali per seguire le indagini. 

L'aggressione

La donna sarebbe stata aggredita mentre dormiva, la sera del 20 aprile. Al mattino, le altre persone che vivevano nel suo stesso edificio, come scrive Avvenire, non vedendola arrivare per la colazione, si sono allarmate e hanno chiamato i soccorsi. L’hanno trovata in gravi condizioni ma ancora in vita. Portata in ospedale a Lima, è stata sottoposta ad un intervenuto chirurgico d'urgenza che è risultato però inutile. Secondo il quotidiano locale Diario de Chimbote, la polizia ha interrogato le cinque persone presenti nella struttura dove dormiva la donna, tra cui un cittadino italiano. Anche un'altra donna è stata aggredita dai criminali e gli investigatori ritengono particolarmente utile la sua testimonianza. Inoltre, è emerso che due cellulari sono stati rubati dalla casa famiglia.  

La missione di Nadia in Perù

Gli inquirenti della Polizia nazionale del Perù stanno cercando i responsabili. Nuevo Chimbote è un’area ritenuta pericolosa. La missionaria, sempre secondo quanto scrive Avvenire, si recava spesso nelle case per portare aiuti alimentari: un compito, questo, aggiuntivo a quello della gestione del centro 'Mamma mia' e della formazione delle maestre a cui si dedicava a tempo pieno.

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