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Brasile, confermato annullamento condanna per Lula: ora può ricandidarsi

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L'ex "presidente obrero" è stato completamente riabilitato e ora ha riacquisito l'eleggibilità, ma chiarisce che per battere Bolsonaro non deve essere necessariamente lui il candidato

Adesso è ufficiale: Luiz Inacio Lula da Silva è innocente. La Corte Suprema brasiliana ha infatti confermato l'annullamento delle condanne per corruzione nei confronti dell'ex “presidente obrero”. Con sette voti a favore e due contro, i giudici hanno quindi restituito i diritti politici all'ex presidente socialista, che così torna eleggibile. È l’ultimo passo di una riabilitazione politica che ha visto la sua pagina più buia proprio nel 2018, prima delle ultime elezioni che hanno visto la vittoria del candidato dell’ultradestra, Jair Bolsonaro, grazie anche alla sentenza del giudice Sergio Moro, che sarebbe stato poi nominato ministro della Giustizia dallo stesso Bolsonaro.

Un lungo iter giudiziario

Lo scorso 8 marzo il giudice supremo Edson Fachin ha annullato le condanne inflitte a Lula e ha quindi sospeso le indagini sul pool di magistrati che hanno condotto l'inchiesta, compreso il giudice Sergio Moro, accusato dalla seconda sezione della Corte di comportamento "non imparziale" nei confronti dell'ex presidente di sinistra.  Lula ha già scontato 580 giorni in carcere a Curitiba.

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Lula: "Non necessariamente io il candidato"

Lula, che gli attuali sondaggi danno nettamente in testa in una sua eventuale candidatura, ha annunciato che intraprenderà questo passo solo "se necessario". Lula ha definito l’attuale presidente "un fascista, un genocida in quanto il principale responsabile del caos nella pandemia di coronavirus". In un'intervista alla televisione argentina C5N. Lula ha poi specificato: "Sono in buona salute. Ma non devo necessariamente essere io. Possiamo scegliere qualcuno che possa rappresentare i settori progressisti del Brasile". L’ex presidente ha oggi 75 anni, e ha governato il Brasile tra il 2003 e il 2010 con un consenso altissimo.  

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