Birmania, 600 vittime dall'inizio delle proteste contro il golpe

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A rendere noto il bilancio dei morti nelle proteste, l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici, organizzazione non profit basata in Thailandia. Intanto nel Regno Unito il ministro degli Esteri Raab protesta contro l'occupazione dell'ambasciata da parte di militari del Myanmar

Il bilancio dei morti dall'inizio delle proteste anti golpe in Birmania ha sfiorato ieri quota 600. A renderlo noto l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp). Secondo l'organizzazione non profit per la difesa dei diritti umani basata in Thailandia, nella giornata di mercoledì sono state uccise 12 persone, mentre altre cinque che avevano perso la vita nei giorni scorsi ma non erano state conteggiate sono state aggiunte al totale: i nuovi dato portano il totale delle vittime a quota 598. Attualmente, inoltre, 2.847 persone sono in carcere.

Ministro degli Esteri britannico condanna occupazione ambasciata

Intanto le tensioni legate al colpo di Stato in Birmania hanno ripercussioni anche fuori dal Paese. Il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, ha denunciato le "intimidazioni" della giunta birmana, il giorno dopo l'occupazione dell'ambasciata birmana a Londra da parte di militari del Myanmar e l'estromissione dello stesso ambasciatore, Kyaw Zwar Minn.  "Condanniamo le azioni di bullismo del regime militare della Birmania", ha twittato il ministro.  A denunciare l'occupazione dell'ambasciata è stato lo stesso ambasciatore birmano nel Regno Unito, Kyaw Zwar Minn. 

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Il ministero degli Esteri britannico ha poi anche reso noto di essere stato informato dalle autorità birmane della fine del mandato dell'ambasciatore birmano nel Regno Unito, estromesso ieri sera dalla sua rappresentanza dall'addetto militare. "Dobbiamo dunque accettare la decisione presa dal governo birmano in merito alle funzioni di Kyaw Zwar

Minn", ha detto il ministero in un comunicato.

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