Il team investigativo del quotidiano the Telegraph ha messo in evidenza in un’inchiesta i vuoti legislativi e le fragilità del sistema del Regno Unito che permettono ai teenager di procurarsi online le prescrizioni di ormoni che rendono possibile un graduale ma irreversibile cambiamento di genere, senza la supervisione dei genitori.
In una chiacchierata su skype, la dottoressa X avvisa la giovane Y che i farmaci che le sta prescrivendo la renderanno irreversibilmente sterile, oltre a farle crescere la barba sul volto, aumentare la sua muscolatura, abbassare la sua voce. Si tratta di un gel a base di testosterone, l’ormone maschile, “T” nel gergo comune. Ma Y le dice chiaramente che l’unica cosa che le interessa è diventare un uomo e la rassicura sul fatto che non ha nessuna intenzione di avere figli. X sa che Y ha 15 anni.
Prescrizioni online senza controllo per cambiare sesso
La storia è raccontata dal team investigativo del Telegraph e già dal titolo è raggelante: “Come ragazzini possono ordinare medicinali che ne alterano il sesso per sempre dalla propria camera da letto”. Nell’articolo si evidenzia la facilità di ottenere questo tipo di sostanze con prescrizioni sul web, a causa di vuoti nella legislatura. Non ci sarebbe, stando a quanto si legge, neanche la necessità di un mercato nero. Anche sostanze fortemente controllare nel Regno Unito, se prescritte ad esempio da un medico di un paese europeo, possono e devono essere accettate.
Nel caso specifico raccontato dal quotidiano, in cui una giornalista si è finta ”Charlie”, un’adolescente desiderosa di cambiare sesso, la dottoressa Yasmeen El Rakhawy ha spiegato che la clinica per la quale lavora non ha bisogno di arrivare a “certi livelli di dettaglio” prima di prescrivere gli ormoni, come farebbero altre cliniche. Secondo quanto riporta il quotidiano, a “Charlie” per arrivare al sospirato foglio da presentare in farmacia sarebbero stati necessari solo tre incontri via skype e una manciata di mail. Nessuna richiesta di autorizzazione da parte dei genitori è stata posta come prerequisito.
Il caso di GenderGp.com
La dottoressa El Rakhawi lavora per lo studio medico online GenderGp.com, dove Gp sta per general pratictioner, il “medico della mutua” di un tempo. Secondo quanto sostiene l’inchiesta, molti teenager britannici si rivolgerebbero a questa struttura per aggirare le “considerevoli barriere” che ci sarebbero passando attraverso il sistema sanitario nazionale (NHS).
Non è la prima volta che GenderGp si trova nell’occhio del ciclone. La fondatrice, la dottoressa Helen Webberley, è stata sospesa nel 2018 dopo aver prescritto ormoni a un dodicenne ed è stata multata per avere gestito una “trans clinic” senza licenza dalla sua casa in Monmouthshire, nel Galles.