L'Aja: "Corte ha giurisdizione su territori palestinesi". Netanyahu: "Sentenza politica"

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Il tribunale penale internazionale ha stabilito di poter procedere all'apertura di un'inchiesta contro Israele e Hamas per "crimini di guerra" in Cisgiordania, Gerusalemme est e a Gaza. Il primo ministro israeliano protesta: "Perseguitato lo Stato di Israele dotato di un forte regime democratico"

La Corte penale internazionale dell'Aja ha stabilito di avere giurisdizione sui territori palestinesi occupati da Israele. Questo passaggio apre la strada al procuratore del tribunale per avviare un'indagine contro Israele e Hamas per crimini di guerra in Cisgiordania, Gerusalemme est e a Gaza. Secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu "la Corte ignora i crimini di guerra veri e al suo posto perseguita lo stato di Israele dotato di un forte regime democratico e che rispetta lo Stato di diritto". L'Anp: "Vittoria della verità e della giustizia":

Netanyahu attacca: "Corte è istanza politica e non giudiziaria"

"Oggi si è dimostrato ancora una volta che la corte è un'istanza politica e non giudiziaria", ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "Una vittoria della verità, della giustizia, della libertà e dei valori morali del mondo", ha risposto invece  l'Autorità nazionale palestinese, per bocca del ministro degli Affari civili Hussein Al-Sheikh. La decisione dell'Aja accoglie in sostanza l'impianto dell'inchiesta preliminare del 2019 del procuratore della Corte Fatou Bensouda, decisa a perseguire israeliani e Hamas per il conflitto del 2014. E che rigetta la posizione di Israele che non riconosceva alla Corte la potestà di intervenire in quanto la Palestina non è uno Stato. 

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L'Anp: "Vittoria della verità, della giustizia e della libertà"
 

È stata opposta la reazione dell'Anp: "Una vittoria - ha esultato il ministro degli Affari civili Hussein Al-Sheikh - della verità, della giustizia, della libertà e dei valori morali del mondo". La Corte nella sua sentenza ha stabilito che "la Palestina si qualifica come lo Stato sul cui territorio" sono avvenuti i fatti in questione. E che inoltre "la giurisdizione territoriale della Corte sulla situazione in Palestina, uno Stato membro dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, si estende ai territori occupati da Israele dal 1967". Le motivazioni di oggi hanno accolto il punto di vista di Bensouda che nel 2019 - pur convinta che la Corte avesse per diritto quella giurisdizione in base al Trattato di Roma - chiese un giudizio dirimente. Ora toccherà a lei decidere se dare seguito all'inchiesta preliminare del 2019 e incriminare Israele e Hamas per crimini di guerra.

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