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Il mio ex genero Boris Johnson? Un bugiardo incallito e ormai alla fine

Mondo

Tiziana Prezzo

Esce, nel Giorno della Memoria, "Giudei", l'ultimo libro di Gaia Servadio. Un'occasione per parlare con la scrittrice non solo del suo terribile passato, ma anche della difficile attualità della pandemia, in quello che è diventato presto il suo Paese di adozione: il Regno Unito.  Un'intervista senza freni che parla  anche  di tanti personaggi conosciuti in questi anni. Compreso l'ex marito - e attuale premier - di sua figlia Allegra.

Gaia Servadio è tante cose, ma è soprattutto un vulcano di idee e di energia. A dispetto dell’età e di un anno pesantissimo, segnato dalla pandemia che nel Regno Unito, diventato ormai tantissimi anni fa il suo Paese di adozione, ha già causato la morte di oltre 100mila persone. E’ scrittrice, giornalista, saggista e pittrice, insignita del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica dal presidente Sandro Pertini e dal 2013 Commendatore al merito della Repubblica Italiana.  Una vita intensissima, la sua, fatta di incontri e amicizie con scrittori, artisti, intellettuali di fama mondiale. E con un ex genero che è ora primo ministro del Regno Unito: Boris Johnson.

Le umiliazioni delle leggi razziali

Il Giorno della memoria coincide per lei con l’uscita del suo ultimo romanzo, “Giudei”, edito da Bompiani. Quanto c’è di autobiografico per lei, ebrea, nata in Italia nell’anno delle leggi razziali?

Molto. Io sono in quell’ormai piccolo gruppo di persone ancora vive che ha vissuto sulla propria pelle le storie che racconta…. Ho vissuto quella caccia all’uomo - anche se con la capacità di comprensione di una bambina - e soprattutto l’umiliazione, che si traduceva in tante forme di discriminazione, che faceva sì che mi intimassero di dire che avevo un altro cognome…. E mi sono sentita a lungo diversa, anche dopo la guerra, perché la propaganda è sopravvissuta al regime. Crescendo ho capito che era importante dire certe cose.. cose che in realtà non vorremmo dire neanche a noi stessi. Non è stato facile. La verità è sempre molto sgradita.

Che cosa rappresenta per lei il giorno della memoria?

Una consolazione: è importante che le persone capiscano la contemporaneità. Ma mi spaventa anche che il mondo non riesca a imparare dai propri errori… Noi siamo tutti dei cretini, sa? Guardi cosa facciamo, ad esempio, all’ambiente. E poi mi spaventa e mi fa arrabbiare un certo buonismo di facciata che si manifesta soprattutto in giorni come appunto quello della memoria.

Le complicità della famiglia reale inglese

Lei ha dichiarato “aver avuto i Savoia è stato una disgrazia”. Anche la famiglia reale inglese ha in qualche misura legato se stessa alla Germania nazista…

Moltissimo!!! Diciamolo pure che la reputazione della famiglia reale è stata salvata da Winston Churchill. Il re (Edorardo VIII, ndr) era nazista e omosessuale, e la sua amante, Wallis Simpson, una spia nazista. Per non parlare di altri imbarazzanti componenti della famiglia, come lord Mountbatten…
Diciamo che le cose sono migliorate dal principe Carlo in avanti.

Quanto è forte l’antisemitismo nel Regno Unito? Ritiene giuste le accuse che sono state mosse all’ex leader del partito laburista Jeremy Corbyn?

Non credo che questo sia un Paese antisemita, sa? Il Regno Unito non è la Francia, ad esempio. E’ vero però che esiste una sorta di “invidia economica” e soprattutto è vero che c’è un gruppo significativo di antisemiti nel partito laburista e nell’estrema sinistra. Corbyn è un “antisemita passivo”: non avrebbe mandato le persone a morire, ma avrebbe guardato dall’altra parte.

Il mio amico Roth e il suo disprezzo per Johnson

E’ vero che il suo caro amico Philip Roth, il celebre scrittore americano, riteneva il suo ex genero, Boris Johnson, antisemita, e avrebbe cercato con lei di “boicottare” le nozze di sua figlia Allegra?

No, un antisemita no, ma ridicolo sì. Un buffone. Philip era un uomo magnifico con i piedi ben piantati a terra, Boris è l’esatto opposto. Non è cattivo, ma inaffidabile. Roth riteneva soprattutto uno spreco che mia figlia sposasse uno così: bella… studentessa di Oxford. E lì che lei incontrò Boris.  Perfino il rettore dell’università mi disse: “Guarda che Johnson vale pochissimo!”. E io: “Lo so benissimo!” Philip le aveva trovato un lavoro per un deputato democratico, ma lei rifiutò e poco dopo sposò l’uomo di cui era innamorata. Non la trattò mai male, ma per me mio genero è sempre stato l’esatto opposto di quello che una madre può desiderare per la propria figlia.

A proposito del premier. Questo Paese ha superato i 100 mila morti per Covid. Come giudica la gestione della pandemia da parte di Johnson?

Mah… sa. Cominciamo col dire che il sistema sanitario così come è ora è una “bella” eredità che ha lasciato il premier Tony Blair. L’Nhs è caotico, sprecone. Non le dico le mail che ricevo per sondare  il mio grado di soddisfazione per il servizio ricevuto! Io manco rispondo…
Johnson è un degno rappresentante di un mondo a pezzi.

Un premier a fine corsa

Ciononostante i sondaggi dicono che il partito laburista non è riuscito a indebolire i conservatori. Cosa fa stare questo Paese ancora con Johnson?

Innanzitutto la debolezza del partito laburista, che è spaccato al suo interno. Keir Starmer è una brava persona, perbene, e per questo non infierisce come potrebbe. Ma io comunque non credo ai sondaggi.  Anche il partito conservatore è molto diviso. Per me Johnson è arrivato a fine corsa. Si andasse a votare  ora secondo me non verrebbe eletto. E il suo governo è fatto da incompetenti, che sono lì perché “brexisti”.

Il neoeletto presidente americano Joe Biden aveva definito l’anno scorso il suo ex genero un “clone fisico e psicologico di Trump”. Condivide la definizione?

Boris si è sempre sentito molto americano. E’ pure nato in America.  Ricordiamoci per favore che Donald Trump, Nigel Farage (il promotore del referendum sulla Brexit) e Johnson sono sempre andati a braccetto. La vera differenza tra Trump e Johnson è che il primo è pazzo è molto più pericoloso del secondo. Di Johnson ci libereremo presto, di Trump non sono così convinta.

Un bugiardo incallito

Lei mi ha detto che “la verità è rara e preziosa” e che per quanto scomoda viene sempre a galla”. Johnson ai britannici dice la verità?

No! Ma quando mai! Non sa neanche dove stia di casa la verità!

So che si sta riprendendo dal Covid-19. Lei ha detto: “Finire qui in ospedale è come andare all’obitorio”. Perché?
A parte quello che le ho già detto prima… io il Covid l’ho preso in ospedale, mentre mi trovavo ricoverata per altra ragione…  Quello della sanità inglese è un mondo fatto di omertà. Diversi medici me lo hanno detto. 

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