
Covid Uk, altri 1.725 decessi. Oms: "Variante inglese più mortale? Servono altri dati"
Nel Regno Unito è il secondo numero più alto di vittime quotidiane dall'inizio della pandemia, il totale sale a 103.000. I nuovi contagi sono invece 25.308 su quasi 600.000 test. "I risultati sono preliminari e sono necessarie ulteriori analisi per corroborare queste conclusioni", dice l'organismo Onu riferendosi all'ipotesi del governo di Londra sulla maggiore mortalità della variante del coronavirus

Il dato giornaliero sui morti nel Regno Unito resta alto, ma l’Oms rimane cauta riguardo agli indizi che la variante inglese del Covid possa essere più mortale, come evocato dal governo di Londra. Ieri si è superata quota 100mila decessi. “Un dolore difficile da esprimere”, ha detto il premier Boris Johnson
Covid, gli aggiornamenti live
Il governo britannico ha inoltre annunciato oggi che il lockdown non sarà alleggerito prima del 22 febbraio e che le scuole non saranno riaperte almeno fino al 6 marzo
Covid, i 10 Paesi con più casi in 24 ore
"I risultati sono preliminari e sono necessarie ulteriori analisi per corroborare queste conclusioni", ha spiegato l'organismo Onu nel suo rapporto sulla pandemia riferendosi all’ipotesi del governo di Londra sulla maggiore mortalità della variante inglese

Il 22 gennaio il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato che la variante britannica sembrava essere più mortale. Ma gli scienziati hanno rilevato che i dati secondo cui tale variante sarebbe più mortale del 30-40% sono limitati

Intanto nel Paese, non si ferma l’ondata di morti. Lo certificano i dati censiti nelle 24 ore - ma comprendenti alcuni ritardi statistici relativi al weekend - a margine di un briefing di Boris Johnson che indicano altri 1.725 decessi contro 1.631 di ieri, fino a un totale che sale a 103.000. I nuovi contagi sono invece 25.308 su quasi 600.000 test
Lo speciale sul coronavirus
Per quanto riguarda i decessi giornalieri si tratta del secondo dato più alto dall’inizio della pandemia dopo quello di una settimana fa quando i morti furono 1.820, mentre l'effetto lockdown inizia a far calare l'incremento dei ricoveri. Circa 7,5 milioni i vaccini, fra prima dose e richiami

Le misure del terzo lockdown nazionale britannico "sembrano aver ridotto l'indice Rt" di diffusione del Covid nel Regno Unito sotto la soglia 1, ma non vi sono ancora dati sufficientemente rassicuranti per "riaprire la nostra società e la nostra economia". Lo ha detto il premier Boris Johnson in uno statement di aggiornamento ai Comuni sull'emergenza coronavirus

Johnson ha tra l'altro formalizzato la decisione di imporre l'obbligo di quarantena in strutture alberghiere sorvegliate per chiunque rientri da 22 Paesi (del Sudamerica e dell'Africa meridionale, oltre al Portogallo) per allontanare il rischio d'importazione delle temute nuove varianti brasiliana e sudafricana del virus

Johnson ha ribadito che la situazione nel Regno Unito resta al momento "pericolosa", come confermano i numeri su morti e "gli oltre 37.000 pazienti" ricoverati oggi negli ospedali per Covid

L’operato del governo britannico sul fronte Covid, all’indomani del superamento delle 100mila vittime, è stato contestato da alcuni esperti, citati dai media, secondo i quali c’è anche "un'eredita di decisioni sbagliate" o tardive da parte del governo di Boris Johnson, oltre a problemi d'impreparazione alla pandemia frutto dei colpi inferti alla sanità pubblica negli anni

Linda Bauld, docente di Salute Pubblica all'Università di Edimburgo, punta il dito in particolare sulle "decisioni sbagliate" attribuite al governo Johnson sull'alleggerimento post-estivo delle restrizioni, sull'insufficiente risultato del sistema di test e tracciamento e "sull'assoluta incapacità di riconoscere" in anticipo la necessità di imporre restrizioni ai confini e ai viaggi internazionali

Mentre l'epidemiologo Michael Marmot, autore di una rapporto sulle conseguenze sociali della pandemia, nota piuttosto come il Regno si sia presentato "in cattivo stato" all'appuntamento con la pandemia a causa di anni di "tagli agli investimenti" nella sanità pubblica, aumento delle "disuguaglianze" sull'accesso ai servizi, rallentamento fra i più poveri delle statistiche sulle aspettative di vita

Un terzo accademico, Neil Ferguson, biologo matematico dell'Imperial College e autore - in veste di consulente dello stesso governo - del modello che indusse nella primavera 2020 Johnson a decretare dopo alcune esitazioni il primo lockdown nazionale, critica a sua volta la scelta fatta dall'esecutivo di allentare le maglie "a settembre", quando i numeri sui contagi erano scesi

Jonathan Ashworth, ministro ombra della Sanità nell'opposizione laburista, parla di "errori monumentali" e definisce "inaccettabile" che Johnson abbia rivendicato ancora ieri "d'aver fatto tutto il possibile". Mentre il ministro conservatore Robert Jenrick, membro del consiglio di gabinetto Tory, parla di accuse "ingiuste e ingenerose". Jenrick ammette che, "con il senno di poi", alcune decisioni avrebbero potuto essere diverse, ma afferma che l'esecutivo si è ritrovato "senza linee guida" dinanzi a una situazione senza precedenti

“Assumo ovviamente piena responsabilità per ogni decisione presa dal governo", ha ribadito da parte sua Johnson, aggiungendo che ci sarà "tempo per riflettere", "trarre le lezioni necessarie" e "prepararsi" meglio a una prossima pandemia più avanti, ma insistendo che ora il momento di affrontare l'emergenza e, in primo luogo di accelerare nella campagna sui vaccini per venirne a capo