L'Ungheria cambia la Costituzione con una legge che vieta le adozioni alle coppie gay

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Approvato un pacchetto di nuove misure per "difendere i valori tradizionali", limitando l'adozione ai soli eterosessuali. Con l'emendamento si stabilisce che "la madre è femmina, il padre è maschio" e che Budapest garantisce "il diritto del bambino ad auto-identificarsi col sesso con cui è nato"

Dal 15 dicembre in Ungheria non è possibile per le coppie gay adottare bambini. Il parlamento ungherese ha infatti approvato una legge che la limita ai soli eterosessuali. Il provvedimento è passato con 123 voti favorevoli, 45 contrari e cinque astensioni. I parlamentari hanno anche approvato una modifica alla costituzione riferita alla famiglia in cui si legge: "La madre è una donna, il padre è un uomo". La misura, fortemente discriminatoria per la comunita Lgdb, è subito stata fortemente criticata dalle associazioni gay e dalle organizzazioni per i diritti umani.

Il ministro Varga: "Vogliamo proteggere i nostri bambini"

Il governo di Viktor Orban ha spiegato il cambiamento dicendo che "i nuovi processi ideologici in Occidente" hanno reso necessario "proteggere i bambini da possibili interferenze ideologiche o biologiche". Un'altra modifica alla costituzione "garantisce l'educazione dei bambini secondo la cultura cristiana (ungherese)".  L'obiettivo, ha spiegato su Facebook il ministro della Giustizia Judit Varga "è proteggere i nostri bambini, non limitare i diritti di alcuni gruppi sociali". In Ungheria, prima dell'introduzione di questo provvedimento, gli omossessuali potevano adottare grazie alle norme che lo concedevano ai single. Con la nuova  legge, che introduce il concetto di famiglia legale solo se consituita da “padre e madre”, ha di fatto escluso questa possibilità.

Papa Francesco

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Amnesty International: "Misure discriminatorie"

Amnesty International aveva già denunciato che si tratta di misure "discriminatorie, omofobiche e transfobiche", che costituiscono un nuovo attacco contro le persone Lgbti, poiché la riforma costituzionale limita i diritti già esili di quella comunità". Per l’organizzazione è arrivata "la consacrazione dello stigma e della discriminazione ai danni delle persone omosessuali, transgender e intersessuali". Il portavoce di Amnesty Italia, Roccardo Noury, ha sottolineanto che "le organizzazioni per i diritti umani hanno sollecitato la Commissione europea ad aggiungere ai temi oggetto della procedura in corso contro l'Ungheria, attivata ai sensi dell'articolo 7 del Tratto dell'Ue, anche questi nuovi gravi attacchi ai diritti delle persone Lgbti".

Hungarian Vice Chairman of EPP Group Jozsef Szajer votes in the European Parliament in Strasbourg during the plenary session, France, 17 April 2013. ANSA/PATRICK SEEGER

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