Uno strumento essenziale della campagna elettorale americana? I "vecchi", ma efficaci, sms

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Valentina Clemente

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Manca pochissimo al tanto atteso 3 novembre, giorno delle elezioni negli Stati Uniti. Oltre a comizi, spot pubblicitari e messaggi sui social, Joe Biden e Donald Trump, aiutati dai loro sostenitori, si stanno concentrando su un altro strumento di campagna elettorale: i messaggi, o meglio sms. Potrebbero sembrare un elemento quasi "all'antica". Invece no: per l’elettorato statunitense sono utilissimi ed estremamente efficaci

No, non sono stati dimenticati. Anzi. In un’elezione dominata anche dall’emergenza Coronavirus e dall’obbligo del distanziamento sociale, i “vecchi” sms sono stati utilizzati in modo massiccio da Repubblicani e Democratici per fare campagna elettorale.

Letteralmente questo processo si identifica come get-out-the-vote push e i numeri sono a dir poco da capogiro: si parla addirittura di milioni di text messages inviati per invitare le persone ad andare ai seggi (o a votare via posta).

Fino a martedì, l’entourage vicino a Donald Trump ne invierà più di un miliardo. Cifre ancora più elevate per i manager della campagna elettorale del democratico Joe Biden.

Perché inviare sms, nonostante esistano da tempo app di messaggistica istantanea? Sono veloci alla lettura, immediati e, soprattutto, evitano a molte persone di ricevere visite – spesso inaspettate – di sconosciuti che, puntualmente, bussano alle porte di casa per chiedere sostegno ad un candidato specifico.

C’è chi, addirittura, ha organizzato delle feste a tema sms. Un gruppo di ragazze, tra bicchieri di vino e piatti di formaggio, ha inviato messaggi a familiari ed amici per incoraggiarli ad andare a votare.

Tutto questo per un unico obiettivo: spingere le persone ad andare a votare. Perché in questa elezione, come non mai, every vote counts

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