America 2020, sognando la normalità in California

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Federico Leoni

Federico Leoni

La crisi successiva alla pandemia ha tolto un po' di spensieratezza a San Diego, che ora si concentra sul voto

Il giorno più atteso è il martedì. E’ di martedì, infatti, che il governatore della California Gavin Newsom decide, dati alla mano, se la crescita dei contagi è tale da rendere necessaria l’adozione di misure più restrittive. Il grado d’allerta qui ha una scala cromatica. La contea di San Diego al momento è rossa; potrebbe essere viola, e sarebbe peggio.

Lo tsunami della pandemia 

La California ha gestito con una certa abilità la pandemia, soprattutto a nord, ma San Diego ha numeri lievemente peggiori della media statale. Al di là dell’impatto sanitario, poi, a preoccupare è anche – e molto – l’economia, con decine di migliaia di posti di lavoro già andati in fumo in una regione che ci aveva abituati a un business brioso e innovativo. Molti negozi chiudono, il turismo fa fatica, i ristoranti non sempre riescono sempre a sopravvivere.

Ripartire a San Diego 

I ristoranti, appunto. A San Diego abbiamo incontrato Maurizio e Maria Chiara, una coppia italiana con due figli che cinque anni fa ha deciso di fare il grande salto: trasferirsi in California e aprire un ristorante, Stella UTC. Il locale cresce e va bene, il fatturato sale, i dipendenti aumentano. Poi arriva la pandemia, si cerca di sopravvivere tra guanti, igienizzante, pannelli di plexiglass e entrate che calano. Alla lunga è impossibile farcela. Il ristorante chiude, ma Maurizio e Maria Chiara restano in ballo grazie a due food truck che battono La Jolla e non solo. Lo Stato li aiuta, smentendo il cliché che vuole le istituzioni americane distratte e indifferenti: quasi settantamila euro a fondo perduto per pagare utenze e stipendi, computer per la didattica a distanza dei figli, rimborsi per le spese alimentari. I due italiani stanno già cercando un altro ristorante: la tempesta passerà.

Il virus guastafeste 

Non vedono ancora la luce, invece, i parchi divertimento, altra attrazione tipica della California: pochi avventori e regole igieniche difficili da rispettare. Per ora i cancelli restano chiusi. San Diego non può fare festa, ma ha voglia di farlo. Pensate ad Halloween. Quest’anno le autorità hanno fortemente sconsigliato il tradizionale “dolcetto o scherzetto” e le celebrazioni pubbliche sono state annullate. I negozi a tema, però, sono piuttosto affollati, e molti sandiegans sfogano la voglia di festeggiare addobbando casa.

Affluenza record 

Halloween si avvicina, così come le elezioni, e che la pandemia sia al centro di questo voto è persino inutile dirlo. Al seggio la fila è già lunga, e molti votano – o hanno votato – per posta. Quest’anno il voto anticipato ha fatto registrare numeri incredibili, qui come nel resto d’America. Secondo i primi dati nella contea di San Diego il ricorso all’early voting è triplicato rispetto al 2016. Nella California democratica i trumpiani non mancano, ma si percepisce che, soprattutto in città, sono una minoranza. Nei sondaggi Biden è saldamente in vantaggio e c’è chi dice che il suo margine di vittoria in questo stato potrebbe essere da record.

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