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America 2020, Portland la città "Weird"

Mondo

di Federico Leoni

Viaggio nella città dove le tensioni sociali si ripercuotono sulle elezioni

Cinque mesi. Cinque mesi di marce, di rabbia, di solidarietà, di vernice e di slogan gridati sui muri. A Portland, dove gli afroamericani sono meno del dieci per cento della popolazione, la protesta di Black Lives Matter ha messo radici dopo la morte in Minnesota di George Floyd. Le manifestazioni, grandi o piccole, sono ormai quotidiane.  

Perché proprio Portland? La città che vuole rimanere weird, cioè strana o addirittura svitata, attira da tutta l’America eccentrici e anticonformisti, ergendosi a capitale morale di quel nordovest malinconico e beat schiacciato tra oceano e boschi, e declinato in maniera diversa da San Francisco su fino a Seattle. In altre zone dell’Oregon le pulsioni antisistema assumono connotazioni più libertarie e destrorse, ma a Portland sono inequivocabilmente di sinistra. Quando la frangia più estrema del movimento guadagna la testa del corteo la protesta degenera. A Portland cadono i presidenti. 

 

Roosevelt come Lincoln, la cui statua è stata abbattuta nello stesso parco e nella stessa nottata. Un vuoto eloquente che Antifa scava e riempie della propria rabbia. Sono terroristi, dice Trump, che nel gruppo Antifa trova il pretesto per accusare di incompetenza l’amministrazione cittadina del democratico Ted Wheeler. La polizia reagisce con forza. Eccessiva, dicono in molti. Dowtown i grandi negozi coprono le vetrine, spesso già crepate dai colpi della protesta. La  violenza imbarazza i sostenitori di Biden, ma non al punto di farli recedere. 

 

Ragazzi facinorosi e polizia che calca la mano, dunque? No, troppo facile, per la Portland così weird. Nell’Oregon in cui la stragrande maggioranza dei cittadini è bianca, l’estrema destra ha sempre trovato spazio e reclute. Nel corso di questi mesi Proud Boys ai Patriot Prayer si sono spesso impadroniti della piazza, e la protesta ha cambiato colore. 

 

La stampa locale accusa: gli estremisti di destra hanno infiltrati e appoggi nella polizia, complice anche un’amministrazione locale troppo debole. E tra i repubblicani c’è chi, candidamente, dichiara la propria vicinanza alla far-right. 

 

Comunque vadano a finire le elezioni, la protesta andrà avanti. Portland si prepara ad accogliere la rabbia dei delusi, chiunque siano. 

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