Coronavirus, a Berlino riaprono i bordelli ma il sesso è vietato

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Dalla settimana scorsa le case chiuse della Capitale hanno ricominciato le attività, ma con una significativa limitazione: i clienti dovranno accontentarsi di massaggi erotici e i rapporti sessuali veri e propri saranno proibiti almeno fino al 1 settembre

Dopo mesi di chiusura dovuta all'epidemia di coronavirus, riparte in Germania una delle industrie più refrattarie al distanziamento sociale, quella del sesso a pagamento. Dalla settimana scorsa le case chiuse di Berlino hanno ricominciato le attività ma con una significativa limitazione. I clienti dovranno accontentarsi di massaggi erotici e i rapporti sessuali veri e propri saranno proibiti almeno fino al 1 settembre. In Germania la prostituzione è legale e regolata: sono 40 mila le persone registrate come operatrici del sesso, con il diritto a contratti di lavoro regolari e misure di sicurezza sociale. Mesi di lockdown hanno però costretto molte prostitute a esercitare in nero per sopravvivere e in alcune grandi città, come Berlino e Amburgo, le addette del settore sono scese in piazza contro le restrizioni che impedivano loro di sbarcare in lunario.

A luglio, nella capitale, decine di prostitute, armate di bambole gonfiabili, avevano inscenato una protesta fuori dall'edificio che ospita il Bundesrat, la Camera alta tedesca. Molte strutture, dopo aver riportato perdite a sei cifre, sono ora costrette a nuovi investimenti per rispettare le nuove regole sanitarie imposte dalla pandemia. I clienti devono riempire un modulo con le loro generalità, che verrà chiuso in una busta sigillata, e sono sottoposti all'obbligo di mascherina. 

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