I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra nella notte tra il 27 e il 28 luglio. La sparatoria è avvenuta a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco
Tre migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri quattro feriti, in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, Est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica. Lo rende noto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), riferendo che "le autorita locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di darsi alla fuga. Inizialmente i migranti feriti erano cinque e sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all'incidente è stata trasferita in centri di detenzione. Uno di loro "è morto durante il trasporto in ospedale", ha fatto sapere Flavio Di Giacomo dell'Oim.
L'appello dell'Oim all'Ue: "La Libia non è un porto sicuro"
"Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili", ha affermato Federico Soda, capo missione Oim in Libia. "L'utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione". L'Oim ribadisce che "la Libia non è un porto sicuro" e lancia nuovamente un appello all'Unione Europea e alla comunità internazionale "affinché si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili". "È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri - si legge in una nota -. È' altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea".
Il rifinanziamento italiano alla guardia costiera libica
Proprio lo scorso 16 luglio aveva fatto molto discutere la decisione del parlamento italiano di continuare a finanziare la guardia costiera libica. A proposito il Viminale aveva fatto sapere che è "condivisa l'esigenza di perfezionare la cooperazione tra le forze di polizia, attraverso progetti di formazione, anche al fine di rafforzare le capacità operative nella lotta contro le reti di trafficanti di migranti e la criminalità transnazionale".