Il premier ha però ribadito che dall’8 al 29 giugno tutti coloro che arriveranno o rientreranno dall’estero dovranno osservare un isolamento di 14 giorni. “Capisco che è un’imposizione ma non possiamo rischiare”. L’epidemiologo Ferguson: “Virus arrivato nel Regno Unito da Spagna e Italia”
"Come back, siete tutti benvenuti": così Boris Johnson, in italiano, nella conferenza stampa a Downing Street, si è rivolto direttamente ai cittadini dello Stivale, che vivono o lavorano nel Regno Unito e allontanatisi in questi mesi a causa della pandemia e degli effetti del lockdown. Il premier ha tuttavia ribadito che, almeno dall'8 al 29 giugno, tutti coloro che arriveranno o rientreranno dall'estero, italiani inclusi, "dovranno osservare una quarantena" di due settimane (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
Johnson: “Non possiamo correre rischi”
”Capisco che è un'imposizione", ha detto Johnson, ma occorre venire a capo dell'epidemia e allontanare ora il rischio di "re-importare il virus". Quanto alla possibilità di concordare corridoi aerei liberi con Paesi dove il livello di contagio è sceso - ipotesi rinviata per ora dal governo di Londra a dopo il 29 giugno - il premier si è limitato a sottolineare genericamente d'essere in contatto costante con vari governi.
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La quarantena per chi arriva dall’estero
La misura che prevede la quarantena per chi arriva dall’estero è stata illustrata e difesa oggi alla Camera dei Comuni, contro le riserve delle opposizioni e di alcuni deputati della stessa maggioranza, da Priti Patel, ministra dell'Interno del governo Tory di Boris Johnson. Patel ha difeso l'utilità della misura. Nella fase di contagio più elevato nel Regno, ha argomentato, una simile restrizione ai confini "avrebbe fatto poca differenza"; ma ora che il tasso d'infezione interno al Regno è calato "al minimo record" da marzo, la quarantena viene considerata utile sulla base delle "raccomandazioni scientifiche" per ridurre il rischio che la diffusione del virus "sia reintrodotta dall’estero".
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L’epidemiologo: “Coronavirus in Uk da Spagna e Italia”
Sempre nel Regno Unito oggi, Neil Ferguson, epidemiologo dell'Imperial College di Londra ed ex consulente del governo di Boris Johnson, ha affermato che “è stata la diffusione dalla Spagna e in qualche misura dall'Italia", inizialmente sottostimata rispetto al timore d'importare contagi dalla Cina, il punto di partenza della proliferazione dell'epidemia nel Regno Unito: dove poi il totale delle vittime da Covid-19 ha raggiunto numeri record.
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La situazione in Uk
Secondo Ferguson, costretto il mese scorso a dimettersi dal Sage, l'organismo medico-scientifico chiamato a consigliare l'esecutivo sull'emergenza, per aver incontrato la sua amante in violazione del lockdown partito in Uk il 23 marzo - le restrizioni, se adottate con rigore prima, avrebbero dovuto consentire di contenere i morti per Covid nel Regno attorno a 20.000. Invece il totale è già salito a quasi 40.000 secondo i conteggi del ministero della Sanità dei soli casi certificati dal tampone e a quasi 50.000 secondo le stime dell'Ons, l'Istat britannico: record europeo in cifra assoluta, nonché secondo dato peggiore al mondo dopo gli Usa. Sono oltre 281mila i contagi accertati in Uk dall’inizio della pandemia.