Russia contro "La Stampa". Esteri e Difesa italiani: "Rispettare libertà di stampa"

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Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca attacca gli articoli a firma di Jacopo Iacoboni, accusando il quotidiano di "russofobia". Il direttore Molinari: "Insulti". I ministeri italiani: "Grazie per gli aiuti alla Russia, ma si rispetti libertà d'espressione"

Il ministero della Difesa russo, attraverso il portavoce Igor Konashenkov, generale maggiore, ha duramente attaccato "La Stampa", accusando il quotidiano di "russofobia". Le pesanti critiche dell'esponente di Mosca sono riferite ad alcuni articoli a firma del giornalista Jacopo Iacoboni sugli aiuti della Russia all'Italia per l'emergenza Coronavirus, pubblicati sul giornale torinese. Alla lettera di Konashenkov, pubblicata su Facebook, che si conclude con una frase che sa di minaccia, sono seguite diverse reazioni sui social a favore del giornalista italiano. I ministeri degli Esteri e della Difesa sono intervenuti sulla vicenda con una nota congiunta in cui si legge: "L'Italia è grata per gli aiuti della Russia, ma bisogna rispettare la libertà d'espressione della stampa nazionale" (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LE GRAFICHE CON I NUMERI DEI CONTAGI).

Gli articoli sugli aiuti russi all'Italia

Sono tre gli articoli contestati da Mosca. In uno, del 25 marzo, in cui si citano fonti politiche di alto livello, si sostiene che dalla Russia siano arrivati in Italia militari piuttosto che aiuti. In un altro articolo del 25 marzo si parla dell'arrivo di esperti in guerra batteriologica inviati da Putin col placet di Conte e delle preoccupazioni nel governo e tra i militari italiani. Nell'ultimo articolo, pubblicato l'1 aprile, si sostiene invece che tra i medici militari russi inviati nel nostro Paese si siano infiltrati anche ufficiali dell’intelligence russa.

La lettera della Difesa russa

Già, dopo i primi articoli, Sergey Razov, l’ambasciatore russo in Italia, aveva replicato agli articoli pubblicati dalla "Stampa". Il 2 aprile è arrivata su Facebook la lunga lettera del portavoce del ministero della Difesa russo in cui si legge: "Abbiamo notato i tentativi della testata italiana La Stampa, in corso ormai da due settimane, di screditare, la missione inviata dalla Russia in risposta alla richiesta di aiuto al popolo italiano, colpito dalla disgrazia. Nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni, nei suoi articoli La Stampa manipola i fake russofobi della peggior specie dell'epoca della guerra fredda, citando non meglio definiti 'pareri' di anonime 'fonti altolocate'". Il generale russo conclude la lettera con parole che sembrano una minaccia non tanto velata: "Per quanto concerne i committenti veri della campagna mediatica russofoba di La Stampa, che ci sono noti - scirve Konashenkov - consigliamo loro di imparare un'antica saggezza: Qui fodit foveam, incidet in eam (chi scava una fossa al prossimo ci finirà prima). O, per essere ancora più chiari: Bad penny always comes back".

La replica della "Stampa"

Una presa di posizione, quella del portavoce della Difesa russa, alla quale replicano sia il direttore del giornale, Maurizio Molinari, che il Cdr, oltre al presidente del Gruppo Gedi, Marco De Benedetti, che su Twitter scrive: "Ministro Luigi Di Maio, urge una presa di posizione. Subito". Il direttore della "Stampa", Maurizio Molinari scrive sul sito del quotidiano torinese: "Il nostro giornale ha descritto gli aiuti russi all'Italia contro la pandemia al pari di quelli giunti da altri Paesi: come una dimostrazione di amicizia e solidarietà in un momento drammatico di difficoltà per il Paese. Al tempo stesso alcuni nostri articoli hanno riportato dubbi e perplessità, italiane e non, sulla possibile presenza nella missione russa di militari impegnati in missioni di intelligence. Si tratta di due aspetti della stessa notizia che i nostri giornalisti hanno affrontato con pari professionalità. Ci dispiace e sorprende che tale esempio di libertà di informazione abbia suscitato la forte irritazione del ministero della Difesa russo. E siamo convinti che la forza del legame fra Italia e Russia, testimoniato dall'attuale cooperazione contro il virus, non possa essere indebolito dal lampante mancato rispetto per il diritto di cronaca che traspare dagli espliciti insulti ricevuti dal general maggiore Igor Konashenkov". Il Comitato di redazione de La Stampa esprime invece "sdegno per il grave attacco del ministero della Difesa russo al nostro giornale e al giornalista Jacopo Iacoboni" e parla di "intimidazione".

L'intervento dei ministeri della Difesa e degli Esteri

In una nota congiunta, il ministero degli Esteri e il ministero della Difesa italiano hanno espresso la loro posizione: "Il team sanitario russo, arrivato in Italia lo scorso 22 marzo - si legge in una parte della nota - lavora in sinergia con il personale della Difesa italiana e del Ministero della Salute. Il contingente russo è composto di 104 unità, nello specifico 32 operatori sanitari (tra medici e infermieri), 51 bonificatori e altro personale di assistenza e interpretariato a supporto". Per quanto riguarda i materiali finora consegnati dalla Russia, secondo i ministeri, ci sono, fra le altre cose, anche 150 ventilatori polmonari (già in parte donati all’ospedale Giovanni XXIII e all’ospedale presso la Fiera di Milano), 330.000 mascherine e diversi tipi di tamponi. "Nell’essere grati per tale manifestazione concreta di supporto - si conclude la nota - non si può, allo stesso tempo, non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni utilizzate dal portavoce del Ministero della Difesa russo nei confronti di alcuni articoli della stampa italiana. La libertà di espressione e il diritto di critica sono valori fondamentali del nostro Paese, così come il diritto di replica, mantenendosi entrambi dentro canoni di correttezza formali e sostanziali. In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale".

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