Patrick Zaky, il 27enne è stato trasferito al Cairo nel carcere di Tora

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Lo studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato nel suo Paese il mese scorso, è stato spostato in una struttura della capitale e il suo caso rimane nell'ambito della "sicurezza dello Stato". Sabato una nuova udienza per il rinnovo della custodia cautelare

Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'università di Bologna arrestato il mese scorso nel suo Paese per propaganda sovversiva, è stato trasferito dalla prigione in cui si trovava a Mansura al complesso carcerario del Cairo, quello di Tora. L'udienza per l'ormai più che probabile secondo rinnovo di altri 15 giorni della custodia cautelare in carcere resta fissata per sabato: non più però al Palazzo di Giustizia di Mansura bensì a quello della capitale, sede principale della Procura dell'Alta corte della sicurezza dello Stato. La famiglia del 27enne ha saputo del trasferimento ieri mattina, solo una volta arrivata per far visita al figlio.

Il carcere di Tora e le denunce per abusi

Gli avvocati di Zaky non sanno spiegarsi il perché del trasferimento, né ipotizzare cosa possa significare per lo studente di Bologna, il cui dossier rimane nell'ambito della "sicurezza dello Stato" e che non si sa in quale sezione del carcere sia stato portato. Tora, infatti, include quattro prigioni, un ospedale militare dove fu recluso l'ex presidente Hosni Mubarak e un carcere di massima sicurezza noto come “Lo Scorpione”, oggetto di denunce da parte di organizzazioni per la difesa dei diritti umani a causa degli abusi avvengono al suo interno. Tuttavia, l’avvocato della famiglia, Walid Hassan, ha escluso che il 27enne sia già stato classificato come "detenuto politico", lasciando intendere che sarebbe lontano da quell’ala di massima sicurezza.

Le mobilitazioni in Italia

Zaky è accusato di "diffusione di notizie false", "incitamento alla protesta" e "istigazione a crimini terroristici" sulla base di alcuni post su Facebook, attribuiti a un account che la difesa sostiene sia falso. E in Italia, nonostante l'annullamento a causa del coronavirus di un sit-in promosso da Amnesty International a Roma, l’attenzione resta alta. La presidente della Commissione diritti umani del Senato, Stefania Pucciarelli, insieme ad alcuni membri, ha incontrato l'ambasciatore d'Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, che - ha riferito la senatrice M5s Michela Montevecchi -  "ci ha garantito l'impegno a seguire questo caso in maniera costante, così come fatto finora". A Bologna, sulla facciata del Comune, è stato esposto uno striscione con la scritta “Libertà per Patrick Zaky”, accanto a quello di Amnesty International per chiedere “Verità per Giulio Regeni”, il caso principale delle tensioni tra Italia ed Egitto: un dichiarato "gesto simbolico fortemente voluto dal sindaco Virginio Merola per tenere alta l'attenzione sullo studente egiziano del Master Gemma dell'Università" bolognese.

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