Un 22enne è rimasto ucciso da un colpo di arma da fuoco a seguito degli scontri al confine con la polizia greca. La notizia, bollata come fake news dal governo di Atene, è stata ora confermata da Forensic Architecture, un gruppo di ricercatori e giornalisti britannici
Lo scorso 2 marzo un giovane migrante siriano è morto negli scontri al confine turco con la polizia greca (COSA STA SUCCEDENDO - FOTO), ucciso da un colpo di arma da fuoco. La notizia, diffusa dalla Turchia e in un primo momento bollata come una fake news dal portavoce del governo greco Stellos Petsas, che l’aveva definita un esempio della “propaganda turca”, è stata ora invece confermata da Forensic Architecture, un gruppo di ricercatori e giornalisti britannici specializzato nel verificare l’autenticità di filmati e immagini provenienti da zone di guerra. Il team ha analizzato un video amatoriale che ha ripreso i momenti successivi al ferimento del ragazzo, e ne ha dimostrato l’autenticità.
Il filmato del ferimento
Il filmato è stato girato poco dopo che lunedì mattina un gruppo di migranti ha provato a superare il confine con la Grecia. Tra questi, anche il ragazzo siriano, che si chiamava Mohammad Arab, aveva 22 anni ed era scappato 5 anni fa da Aleppo. Alcuni testimoni hanno raccontato che il giovane è rimasto vittima di un colpo d’arma da fuoco - forse un proiettile di gomma - all’altezza del viso. Nel filmato si vede il ragazzo sanguinante a terra e il successivo soccorso, prima con un’imbarcazione e poi su un’ambulanza.
La verifica dell’autenticità
Forensic Architecture, dopo aver ottenuto il filmato dall’autore, che si chiama Ali Idris, ha verificato che il video fosse effettivamente stato girato il 2 marzo, alle 8.35 ora locale. Hanno poi dimostrato che è stato girato in un’ansa del fiume Evros fra la città turca di Edirne e quella greca di Kastanies, in territorio turco. È stata infine verificata l’identità del 22enne.
Le tensioni al confine turco-greco
Continuano da giorni le tensioni lungo il confine tra Turchia e Grecia, dove migliaia di migranti e rifugiati si sono ammassati dopo che Ankara ha dichiarato aperti i suoi confini con l'Unione Europea a seguito della morte di 33 soldati turchi in un raid aereo siriano a Idlib.