Egitto, Zaki resta in carcere: il tribunale di Mansura respinge richiesta di scarcerazione

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I legali dello studente dell'Università di Bologna, arrestato al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva, avevano presentato ricorso contro la custodia cautelare. In tribunale in manette, ha detto: "Sto bene". Amnesty: "Delusione, ora campagna più forte"

In manette, provato ma apparentemente in buone condizioni, Patrick George Zaki si è presentato all'udienza chiesta dai suoi legali per domandare la sua scarcerazione: una richiesta che il tribunale egiziano di Mansura ha però respinto. Pallido in volto - come riportano alcuni testimoni sul posto -, lo studente dell'Università di Bologna, arrestato al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva, ha spiegato ai cronisti di stare bene. La notizia della mancata scarcerazione è arrivata dopo un'udienza durata appena dieci minuti. "Il ricorso è stato respinto", ha detto uno dei legali del ragazzo, Wael Ghaly. "C'è delusione", il commento di Amnesty International, che aggiunge: "Adesso ripartiamo con una campagna ancora più forte".

Le sue parole: "Sto bene"

Patrick George era arrivato questa mattina in manette al tribunale di Mansura. Entrando, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano come stava: "Tutto bene". Zaki, apparentemente in buone condizioni, è arrivato ammanettato al poliziotto che lo ha scortato nel locale. All'udienza hanno assistito quattro diplomatici. Si tratta di due diplomatici di Italia e Svezia che rappresentavano l'Ue nell'ambito del programma di monitoraggio dell'Unione europea, oltre a uno statunitense e a un canadese.

Il racconto dell'arresto

L'udienza si è svolta in una piccola stanza con una quindicina di persone incluso il giudice, avvocati e diplomatici. I legali hanno ripercorso davanti al giudice la dinamica dell'arresto, "la tortura, la mancanza di una base legale per la detenzione", ha riferito una fonte che ha assistito all'udienza. I legali hanno ricordato al giudice come al momento del fermo lo studente sia stato tenuto 6 ore in aeroporto, sia poi rimasto bendato per 12 ore e al commissariato di Mansura sia stato anche denudato. Uno degli avvocati ha spiegato di aver sottolineato al giudice come l'account Facebook su cui si basano le accuse di istigazione alla sovversione sia "fake".

Amnesty: "Ora campagna ancora più forte"

"C'è delusione, avevamo sperato in un esito diverso. C'erano segnali che potesse andare diversamente: un'aula piena di giornalisti, internazionali ed egiziani, di diplomatici, italiani inclusi. Ma non è servito a nulla", ha dichiarato all'Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Adesso ripartiamo con una campagna ancora più forte, più viva", in vista dell'udienza del 22, in cui si deciderà se rinnovare la detenzione preventiva di Zaki, per arrivarci "ancora più determinati".

Il ricorso dei legali

A essere esaminato è stato un ricorso dei legali di Zaki contro la detenzione di 15 giorni decisa l'8 febbraio: se accolto, Patrick George sarebbe stato scarcerato. Adesso resta fissata l'udienza del 22 febbraio in cui i giudici decideranno se prorogare o meno la custodia cautelare di altri 15 giorni in base all'eventuale necessità di ulteriori indagini. 

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