Il testo introduce modifiche al documento firmato dal governo Gentiloni nel 2017 e punta a “garantire tutele più estese” a migranti e richiedenti asilo. Auspicato il rafforzamento dell’operato delle organizzazioni delle Nazioni Unite nel Paese nordafricano
Il ministero degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha inviato alle autorità libiche la proposta che rivede e aggiorna il memorandum bilaterale firmato nel 2017 per la cooperazione in campo migratorio tra i due Paesi (CHE COSA PREVEDE L'ACCORDO). Il testo, nella versione rivista dall’Italia, introduce “significative innovazioni per garantire più estese tutele ai migranti, ai richiedenti asilo e in particolare alle persone vulnerabili vittime dei traffici irregolari che attraversano la Libia e per promuovere una gestione del fenomeno migratorio nel pieno rispetto dei principi della convenzione di Ginevra e delle altre norme di diritto internazionale sui diritti umani”, ha fatto sapere la Farnesina.
Potenziare il lavoro di Unhcr e Oim
L’obiettivo di garantire più diritti ai migranti presenti nel Paese nordafricano è, nelle intenzioni italiane, da raggiungere “anche attraverso il consolidamento dell’azione delle organizzazioni delle Nazioni Unite” in Libia. In particolare, vengono citati l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Che cosa prevede l’accordo
Il memorandum d’intesa è stato stipulato il 2 febbraio 2017 tra il governo di Paolo Gentiloni e l’esecutivo di Tripoli guidato da Fayez al Serraj e ha lo scopo di limitare l’arrivo di migranti dall’Africa sulle coste italiane. Con questo obiettivo, l’Italia si era impegnata a stanziare fondi per l’addestramento e i mezzi in dotazione alla Guardia costiera libica e a finanziare i contestati “centri di accoglienza” libici, in realtà strutture detentive. In base al memorandum, l’Italia fornisce anche assistenza sanitaria, medicinali e formazione al personale libico che opera nei centri.