Nel Paese si sono tenute le elezioni anticipate. Oggi inizia lo scrutinio, che finirà lunedì. Ci sarebbe un testa a testa tra tre partiti: la sorpresa Sinn Fein, appaiata con i due tradizionali movimenti dominanti del centro-destra, Fianna Fail e Fine Gael
Lo scrutinio inizia oggi (domenica 9 febbraio) e si concluderà lunedì, ma secondo gli exit poll in Irlanda è una sfida a tre. Nel Paese, sabato si sono tenute le elezioni anticipate per rinnovare il Parlamento (che poi darà la fiducia a un nuovo governo). Ma i numeri, diffusi dalla tv pubblica Rte, indicano un testa a testa all'ultima scheda. La sorpresa è la sinistra nazionalista Sinn Fein, che sarebbe appaiata con i due tradizionali partiti dominanti del centro-destra. La formazione radicale, paladina della riunificazione con l'Irlanda del Nord, è data al 22% come i liberalconservatori del Fianna Fail, non più alla guida del governo di Dublino da 12 anni, e i popolari del Fine Gael del premier uscente Leo Varadkar, il più giovane della storia irlandese moderna. Il margine d'errore è dell'1,3%. Le elezioni anticipate sono state convocate dopo una serie di crisi che hanno indebolito il precedente governo.
Sinn Fein potrebbe diventare primo partito dell’Irlanda
La sinistra nazionalista del Sinn Fein, paladina dei sogni di riunificazione con l'Ulster alimentati anche dai possibili contraccolpi della Brexit sul grande vicino britannico, è quindi per la prima volta in corsa per il traguardo di primo partito della Repubblica da un secolo. E, anche se la maggioranza assoluta resta fuori portata e non potrà andare al governo, appare in grado di condizionare l'agenda futura del Paese.
Gli exit poll
A guidare il Sinn Fein c’è Mary Lou McDonald, leader 50enne subentrata a Gerry Adams e protagonista del cambio generazionale che ha portato quello che fu il braccio politico della guerriglia dell'Ira da forza di riferimento della trincea repubblicana nel solo Ulster a partito competitivo pure a Dublino. Secondo gli exit poll, il partito avanzerebbe al 22,3%. Poi ci sono i due partitoni filo-Ue di centro-destra, che da sempre si contendono il potere nell'isola: il Fine Gael del premier uscente Leo Varadkar (Ppe), il più giovane nella storia irlandese, oltre che il primo gay dichiarato e figlio di padre immigrato, e il Fianna Fail di Micheal Martin (liberali), rispettivamente al 22,4 e al 22,2%. Dato il margine di errore, comunque, si tratta di una parità virtuale che i risultati reali potrebbero far oscillare.
L’assegnazione dei seggi
Resta da decidere anche l'assegnazione dei seggi, secondo un complicato sistema proporzionale trasferibile (con indicazione delle seconde e terze preferenze) destinato alla fine a lasciare comunque spazio a una coalizione fra Fianna Fail e Fine Gael (che in campagna elettorale hanno escluso accordi col partito di McDonald) o un governo retto dalla stampella di gruppi minori come i Verdi e i Laburisti. Il Sinn Fein (in gaelico “Noi Stessi”), ha presentato solo 42 candidati a fronte degli 80 seggi necessari per la maggioranza assoluta.