L'Iran lascia gli accordi sul nucleare. Due razzi vicino ambasciata americana a Baghdad

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Trump: "Se l'Iran attacca, colpiremo 52 siti". Il Parlamento iracheno chiede la cacciata della coalizione anti-Isis a guida Usa. Migliaia ai cortei funebri di Soleimani

I militari americani devono essere cacciati dall'Iraq: è quanto ha chiesto il Parlamento iracheno al governo di Baghdad. La prima risposta al blitz americano nel quale il 3 gennaio è stato ucciso il generale Qassem Soleimani (CHI ERA) è di natura politica, ma potenzialmente più incisiva dell'attesa rappresaglia iraniana. Con un'altra contromossa, Teheran ha annunciato un'ulteriore riduzione dei suoi obblighi relativi all'intesa nucleare del 2015 (I TERMINI DELL'ACCORDO), riservandosi di rendere operativo un numero illimitato di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio. Immediata la reazione dei leader internazionali: "Chiediamo all'Iran di ritirare tutte le misure che non sono in linea con l'accordo sul nucleare", scrivono in una lettera congiunta Merkel Macron e Johnson.

Attacchi agli Usa

La tensione è alta. Nella tarda serata del 5 gennaio altri due razzi hanno colpito la zona vicino all'ambasciata Usa a Baghdad: almeno 5 i civili rimasti feriti. Quattro per l'impatto di un missile su una casa nella Green Zone, che ospita ambasciate di molti Paesi. Nella stessa zona si sono abbattuti altri quattro razzi Katiuscia. Un quinto ferito a Al Yadria, appena davanti alla zona fortificata. E' il secondo attacco di questo genere nelle ultime 24 ore. E non è tutto, nelle stesse ore, i soldati americani sono stati vittime di un attacco in Kenya da parte dei miliziani jihadisti di al-Shabaab, che ha provocato la morte di un militare e due contractor del Pentagono. 

Il Parlamento iracheno: via le truppe Usa

Intanto, il Parlamento iracheno ha chiesto la cacciata della coalizione anti-Isis a guida Usa mentre il vice capo delle guardie rivoluzionarie, Naghdi ha lanciato l'avvertimento: "Se volete rimanere in vita, evacuate le basi militari nella regione". L'escalation continua. E su tutti si erge il grido di Hezbollah. Il numero uno, Hassan Nasrallah, si è detto convinto che l'uccisione del comandante iraniano aprirà una "nuova fase" nella regione e ha invitato l'Iraq a liberarsi da quella che definisce "l'occupazione" Usa. 

Trump non resta a guardare

Intanto il presidente americano, Donald Trump, alza il tiro e ai pasdaran che minacciano di colpire "35 obiettivi americani", replica con una serie di tweet e avverte che gli Usa possono colpire 52 siti iraniani, tanti quanti gli ostaggi che furono sequestrati dell'ambasciata Usa a Teheran. "L'Iran sta parlando in modo molto audace di colpire alcuni beni statunitensi come vendetta per aver liberato il mondo del loro leader terrorista che aveva appena ucciso un americano e ferito gravemente molti altri, per non parlare di tutte le persone che aveva ucciso durante la sua vita, incluso di recente centinaia di manifestanti iraniani. Stava già attaccando la nostra ambasciata e si stava preparando per ulteriori colpi in altre località. L'Iran non è stato altro che problemi per molti anni. Che questo serva da avviso che se l'Iran colpisce qualche americano o beni americani, abbiamo nel mirino 52 siti iraniani (che rappresentano i 52 ostaggi americani presi dall'Iran molti anni fa), alcuni ad un livello molto alto e importante per l'Iran e la cultura iraniana, e quegli obiettivi e l'Iran stesso, saranno colpiti molto velocemente e molto duramente. Gli Stati Uniti non vogliono più minacce!", ha scritto Trump.

Convocati ambasciatori Nato

In precedenza un comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Ghulam Ali Abu Hamza, aveva minacciato: "Oltre a Tel Aviv, ci sono 35 obiettivi americani nella regione a portata dei nostri lanci". "Gli Stati Uniti e Israele - ha aggiunto - devono vivere in uno stato di terrore costante dopo l'uccisione del martire Soleimani", segnalando tra gli obiettivi lo Stretto di Hormuz "dove passano decine di navi da guerra americane", il Golfo di Oman e il Golfo Persico.

Intanto, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha convocato per lunedì pomeriggio una riunione del Consiglio Nord Atlantico, vale a dire gli ambasciatori dei 29 paesi membri, per consultazioni a seguito delle tensioni in Medio Oriente dopo l'assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani a Baghdad in un attacco Usa. Lo ha annunciato un portavoce dell'Alleanza atlantica. La riunione del Consiglio si terrà alle 15 nella sede dell'Alleanza di Bruxelles, ha precisato un'altra fonte. 

In migliaia omaggiano Soleimani

Intanto, un fiume umano si è riversato per le strade della città sud-occidentale iraniana di Ahvaz, al confine con l'Iraq, per partecipare ad una processione funebre in onore di Soleimani (FOTO). All'alba sono arrivati all'aeroporto internazionale della città i resti del generale e dei miliziani uccisi. Nel pomeriggio sono state trasportate nella città santa di Mashhad, dove si terrà un'altra cerimonia funebre. "Morte all'America", lo slogan scandito da una folla immensa. Al punto che le autorità sono state costrette a cancellare la cerimonia di questa sera a Teheran. 

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