Ghosn, l'Interpol emette un mandato di cattura. Indagine in Turchia sulla fuga: 7 arresti

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Ankara vuole accertare se l'ex Ceo di Nissan, fuggito da Tokyo, sia arrivato a Beirut con un jet proveniente dallo stato turco. Secondo la tv giapponese Nhk l'uomo era in possesso di due passaporti francesi e ne avrebbe utilizzato uno per entrare in Libano

L'Interpol ha emesso un mandato d'arresto nei confronti di Carlos Ghosn (CHI È)  e lo ha comunicato alle autorità del Libano, dove l'ex presidente di Nissan-Renault si è rifugiato dopo essere fuggito da Tokyo, città in cui si trovava in libertà vigilata. È emerso intanto un importante dettaglio sulla fuga di Ghosn: secondo quanto riferisce il canale pubblico giapponese Nhk, l'ex Ceo di Nissan era in possesso di due passaporti francesi e ne avrebbe utilizzato uno per entrare in Libano. Sulla fuga di Ghosn oltre che in Giappone si indaga anche in Turchia, in particolare sul passaggio nel Paese dell'uomo, che sarebbe arrivato all'aeroporto di Beirut, secondo quanto riferito dai media libanesi, con un jet privato proveniente proprio dalla Turchia. Secondo i media turchi, sette persone sarebbero state arrestate, e tra di loro ci sarebbero anche quattro piloti. Nel frattempo il segretario di stato all'economia Agnes Pannier-Runacher annuncia che la Francia "non estraderà" Ghosn se arriverà nel Paese. "La Francia non estrada mai i suoi cittadini", ha detto.

Il giallo del doppio passaporto francese di Ghosn

Ghosn – secondo il canale giapponese Nhk - era stato autorizzato dalla giustizia giapponese a mantenere in suo possesso un secondo passaporto francese, quello presumibilmente utilizzato per entrare in Libano. Non si conoscono le ragioni per cui l’ex presidente di Nissan possedeva due passaporti francesi. Si sa che erano trattenuti entrambi dal suo avvocato, insieme a quello libanese, fino allo scorso mese di maggio, quando Ghosn riuscì a ottenere la restituzione di uno dei due documenti francesi per ragioni legali. Il documento doveva essere conservato in una cassaforte chiusa a chiave.

In Giappone proseguono le indagini sulla fuga

Intanto, le autorità nipponiche hanno perquisito l'abitazione dell'ex tycoon e recuperato le immagini delle telecamere di sorveglianza per studiare l'esecuzione del piano di fuga messo in atto e l'eventuale esistenza di complici. Il 31 dicembre scorso la corte distrettuale di Tokyo ha revocato la libertà vigilata di Ghosn su richiesta del pubblico ministero, ordinando la confisca della cauzione di 1,5 miliardi di yen (12,3 milioni di euro). Il governo di Tokyo non ha firmato un trattato di estradizione con il Libano, rendendo molto difficile la cooperazione giudiziaria con Beirut, che con molta probabilità rifiuterà di consegnare l'ex tycoon alla giustizia nipponica.

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