Usa, tre uomini accusati di omicidio scarcerati dopo 36 anni: trovato il vero killer

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Clamoroso caso di errore giudiziario a Baltimora. Alfred Chestnut, Andrew Stewart e Ransom Watkins avevano 16 anni quando furono accusati dell’assassinio di un teenager. Gli investigatori hanno scoperto che a sparargli, però, era stato un altro studente

Tre uomini arrestati nel 1983 per l'assassinio di un teenager a Baltimora, negli Stati Uniti, sono stati scarcerati lunedì 25 novembre dopo che la magistratura ha riconosciuto l'errore giudiziario e concluso che il vero killer era un altro. Alfred Chestnut, Andrew Stewart e Ransom Watkins, ora ultracinquantenni, stempiati o con i capelli grigi, avevano 16 anni ed erano studenti di liceo quando 36 anni fa finirono dietro le sbarre. I tre avevano fin dall'inizio proclamato la loro innocenza. Sono usciti di galera perché, esaminando una serie di vecchi casi, le autorità del Maryland hanno trovato di recente una serie di errori nelle indagini sull'assassinio. "Oggi non è una vittoria", ha detto Marilyn Mosby, la procuratrice statale, "ma una tragedia perché questi uomini si sono visti rubare 36 anni della loro vita".

Gli errori giudiziari

All'epoca, l'assassinio del quattordicenne DeWitt Duckett aveva fatto scalpore: il ragazzino era stato ferito mortalmente nell’intento di rubargli un giaccone alla moda. Revisionando il caso, gli investigatori hanno scoperto che a sparargli era stato un altro studente, Michael Willis, a sua volta ucciso in una sparatoria nel 2002. Il caso è tornato a far scalpore all'annuncio dei rilascio: Chestnut, Stewart e Watkins hanno passato dietro le sbarre più anni di quanti non ne avessero trascorso fuori. Anche quando era scattata la possibilità dello sconto di pena, erano rimasti in carcere perché ostinatamente negavano di aver commesso il fatto. Secondo le indagini di quest’anno “gli investigatori presero di mira i tre ragazzi neri e per costruire l’accusa influenzarono e intimidirono altri adolescenti”.

Il dibattito sulla pena di morte

Il clamoroso errore giudiziario del Maryland coincide con una ripresa negli Usa degli interrogativi sulla pena di morte: la maggior parte degli statunitensi, in un nuovo sondaggio Gallup, oggi è convinta che l'ergastolo senza possibilità di sconti di pena sia una punizione migliore della pena capitale. Negli Usa i sostenitori della pena di morte restano la maggioranza, anche se sempre di meno che in passato. Messi però davanti all'alternativa tra esecuzione o carcere a vita, sei americani su dieci hanno scelto l'ergastolo.

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