Continua il viaggio del Pontefice in Giappone. Francesco ha visitato la città colpita dalla bomba atomica: “Pace e stabilità internazionale sono incompatibili coi tentativi di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale”
Papa Francesco ha lasciato Tokyo e ha visitato Nagasaki, prima tappa della sua seconda giornata in Giappone. Poi si è recato a Hiroshima (FOTO). Nelle due città, che hanno subito il dramma della bomba atomica, era atteso l’appello di Bergoglio contro gli armamenti nucleari. E così è stato. “La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale", ha detto il Papa. E ha aggiunto: "Qui, in questa città che è testimone delle catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali di un attacco nucleare, non saranno mai abbastanza i tentativi di alzare la voce contro la corsa agli armamenti. Questa infatti spreca risorse preziose" che potrebbero essere utilizzate per "lo sviluppo integrale dei popoli".
La preghiera all'Atomic Bomb Hypocenter Park di Nagasaki
A Nagasaki, nell’agosto del 1945, fu sganciata la seconda bomba atomica dopo Hiroshima. Il Pontefice, sotto una pioggia incessante, ha raggiunto l'Atomic Bomb Hypocenter Park, situato all'interno del Parco della Pace. Al suo arrivo, è stato accolto dal governatore e dal sindaco di Nagasaki. Nei pressi del podio, due vittime hanno offerto a Bergoglio dei fiori che lui ha poi deposto ai piedi del monumento sostando a lungo in silenzio in preghiera. Nagasaki è un luogo che "ci rende più consapevoli del dolore e dell'orrore che come esseri umani siamo in grado di infliggerci", ha detto Francesco.
L’appello contro gli armamenti nucleari
Poi è arrivato l’appello del Papa contro gli armamenti nucleari: "Nel mondo di oggi, dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane, i soldi spesi e le fortune guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre più distruttive, sono un attentato continuo che grida al cielo". "Un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario" e "chiedo ai leader politici di non dimenticare che queste non ci difendono dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro tempo", ha aggiunto il Pontefice. Bergoglio ha anche salutato la moglie e il figlio del fotografo Joe O'Donnell, autore dell'immagine simbolo dell'esplosione atomica a Nagasaki. Nella fotografia si vede un bambino che sta portando sulle spalle il fratellino morto verso il forno crematorio. Il Papa due anni fa ha fatto stampare questa foto e l'ha distribuita ai giornalisti anche in Vaticano con una sua frase: "Il frutto della guerra".
“Alziamo la voce contro ogni manipolazione delle religioni”
Dopo l'Atomic Bomb Hypocenter Park, Francesco si è recato a Nishizaka Hill, sempre a Nagasaki, luogo in cui, nel 1597, furono giustiziati San Paolo Miki insieme a 25 compagni martiri. "Alziamo la voce perché la libertà religiosa sia garantita a tutti e in ogni angolo del pianeta; e alziamo la voce anche contro ogni manipolazione delle religioni, operata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose", ha detto il Papa. Poi ha ricordato i cristiani che "in tante parti del mondo oggi soffrono e vivono il martirio a causa della fede". Bergoglio ha poi visitato il museo cristiano di Nagasaki dove sono custoditi i ricordi dei cattolici che vivevano “nascosti” per evitare di essere uccisi.
La Messa
Infine, prima di partire per Hiroshima, il Papa ha celebrato la Messa allo stadio di baseball della città. Secondo le autorità, erano presenti circa 35mila fedeli. L'amore di Dio "è in grado di vincere ogni tipo di odio, egoismo, oltraggio o cattiva evasione; è in grado di vincere ogni pessimismo indolente o benessere narcotizzante, che finisce per paralizzare ogni buona azione e scelta", ha detto il Papa nell'omelia. "Nagasaki – ha aggiunto – porta nella propria anima una ferita difficile da guarire, segno della sofferenza inspiegabile di tanti innocenti; vittime colpite dalle guerre di ieri ma che ancora oggi soffrono per questa terza guerra mondiale a pezzi. Alziamo qui le nostre voci, in una preghiera comune per tutti coloro che oggi stanno patendo nella loro carne questo peccato che grida in cielo". Nei giorni precedenti alla visita del Papa in Giappone, sono state raccolte circa 30.000 preghiere per cui chiedere la sua intercessione. Ogni preghiera è stata scritta su un piccolo pezzo di carta e piegato in un origami a forma di gru e insieme sono state affidate al Papa.