La polizia messicana ha fermato una persona sospettata di essere coinvolta nell’agguato in cui sono morte nove persone. Tra queste c’erano anche sei bambini. Al momento della cattura, l’uomo avrebbe avuto con sé due ostaggi legati e imbavagliati
Una persona è stata arrestata dalla polizia messicana perché sospettata di essere coinvolta nell'agguato contro un gruppo di mormoni in cui sono morte nove persone. A riportarlo è la Cnn online, che cita le autorità del Paese. Ancora ignota l'identità della persona arrestata, ma l'Agenzia ministeriale per le indagini penali (Amic) ha fatto sapere che al momento della cattura l'individuo aveva con sé due ostaggi legati e imbavagliati nelle colline di Agua Priests, nello Stato di Sonora.
La dinamica della strage
Nove mormoni statunitensi, tra cui quattro bambini e due gemelli neonati di 6 mesi, più le loro madri, sono le vittime dell'imboscata in Messico. Alcuni di loro sarebbero stati bruciati vivi. Secondo quanto sostenuto dalla polizia locale, la strage potrebbe essere opera dei cartelli della droga. Le persone uccise facevano parte della famiglia LeBarón, una comunità religiosa di mormoni che da anni si è stabilita nel Nord del Messico. Al momento dell’agguato, il gruppo viaggiava in automobile quando ed è stato sorpreso da uomini armati che hanno sparato e dato fuoco alla vettura. Il massacro - secondo quanto riferito da un leader della comunità familiare di una vittima a Radio Formula, emittente messicana - è avvenuto a Rancho de la Mora, vicino alla frontiera con gli Stati Uniti. I mormoni viaggiavano in un convoglio di vari automezzi. Altri cinque o sei bambini sarebbero riusciti a fuggire e tornare a casa, ma diverse persone, tra cui una ragazza fuggita nel bosco per nascondersi, sono dispersi.