Il giornale: "Un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un'indagine sulla corruzione era alla base di un gruppo di investitori che assunse Conte per lavorare ad un accordo". Palazzo Chigi: "Nessun conflitto interesse". Salvini: "Se vero sarebbe grave"
Poco prima di diventare presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sarebbe stato assunto per lavorare a un accordo da un gruppo di investitori legato a "un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un'indagine sulla corruzione finanziaria”. È quanto scrive, nella sua edizione online, il Financial Times. Il collegamento, contenuto in alcuni documenti che Ft afferma di aver visionato, "probabilmente attirerà un ulteriore esame sull'attività finanziaria del Segretariato di Stato vaticano, la potente burocrazia centrale della Santa Sede, che è oggetto di un'indagine interna su transazioni finanziarie sospette", si legge nell'articolo, che accusa inoltre Conte di conflitto di interesse e di aver in qualche modo favorito suoi ex clienti, non appena diventato premier.
Immediata la smentita da Palazzo Chigi: "Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento a un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un'indagine".
Salvini: "Se fosse vero quello che è scritto sarebbe grave"
"Domani il primo giornale che leggerà il presidente del Consiglio sarà il Corriere dell'Umbria, ma il secondo sarà il Financial Times... Qualcuno a Palazzo Chigi, dovessero essere confermati questi dati, dovrebbe sentirsi abusivo", ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini facendo riferimento all'articolo del Financial Times e al risultato delle Regionali in Umbria. In mattinata, in un'intervista a Radio 24, ha aggiunto: "Conte si mette in difficoltà da solo tra i problemi del passato, le consulenze, gli americani, i servizi segreti. Poi c'è l'articolo del Financial Times, che di certo non controllo io ma sicuramente se fosse vero quello che è scritto sarebbe grave". Poi Salvini ha precisato: "A Conte contesto errori politici, non entro nel campo giudiziario".
La consulenza legale del futuro premier
Nell'articolo del Ft si legge che "nel maggio 2018 Conte è stato ingaggiato per una consulenza legale dal gruppo Fiber 4.0, il cui principale investitore è l'Athena Global Opportunities Fund, fondo sostenuto interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato di Stato vaticano e gestito da Raffaele Mincione". Il fondo in quel periodo, "era impegnato in una battaglia per il controllo della compagnia di telecomunicazioni italiana Retelit, ricorda il Ft. Il fondo, tuttavia, non ne ottenne il controllo perché gli azionisti a Mincione, preferirono due investitori stranieri: la tedesca Shareholder Value Management e la compagnia di telecomunicazioni libica. E Conte, nel suo parere legale del 14 maggio, ottenuto dal Ft, scrisse che il "voto" degli azionisti "poteva essere annullato se Retelit fosse stata collocata sotto le regole del golden power, che permettono al governo italiano di stoppare il controllo straniero di compagnie considerati strategiche a a livello nazionale", spiega il quotidiano britannico.
Palazzo Chigi: “Conte tranquillissimo”
"Quanto ai fatti riferiti dal Financial Times si precisa che Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un'indagine". Così una nota della presidenza del Consiglio.