Secondo le proiezioni della tv pubblica, sarà costretto a un governo di minoranza, probabilmente con l'appoggio esterno del New Democratic Party. A lui i complimenti di Trump. Balzo in avanti dei conservatori, exploit del separatista Bloc Quebecois
Il premier liberale Justin Trudeau vince la sfida nelle tesissime elezioni canadesi contro i conservatori di Andrew Scheer ma perde la maggioranza: sarà quindi costretto a un più precario governo di minoranza, probabilmente con l'appoggio esterno del New Democratic Party (Ndp). È questo lo scenario nel Paese secondo le proiezioni della tv pubblica canadese Cbc. "I canadesi hanno votato a favore di un'agenda progressista", ha commentato Trudeau. Jagmeet Singh, leader del Nuovo partito democratico, ha già aperto uno spiraglio sulla possibile alleanza: ha detto di aver parlato col premier e che lavorerà duro per ottenere risultati sulle priorità del Paese. A Trudeau, attraverso Twitter, sono arrivate le congratulazioni del presidente Usa Donald Trump “per una vittoria meravigliosa e molto combattuta”.
I risultati
Se i dati saranno confermati, a Trudeau e al suo Cpc andranno 158 dei 338 seggi della House of Commons: sotto, quindi, la fatidica soglia dei 170 deputati necessari per governare da solo. Il premier uscente perderebbe 26 deputati rispetto al 2015. I conservatori farebbero un balzo in avanti, strappando 121 seggi contro i 97 delle precedenti elezioni (+24). Il partito di Andrew Scheer, poi, vincerebbe di un soffio il voto popolare con il 34,1%, contro il 33,5% dei liberali (quattro anni fa erano al 39,5%). Exploit del separatista Bloc Quebecois e flop del Nuovo partito democratico.
Trudeau in calo, ma regge
I risultati, quindi, mostrerebbero come il partito di Trudeau (L'ENDORSEMENT DI OBAMA) paghi il prezzo dei recenti scandali che hanno coinvolto il premier: dalla pressioni per salvare il colosso canadese Snc-Lavalin in un'inchiesta per corruzione sino alle vecchie immagini caricaturali che lo ritraggono con la faccia dipinta di nero. Nonostante questo, i conservatori non sono riusciti nell'impresa di mettere fine all'offuscata carriera di Trudeau, che negli ultimi giorni di campagna ha recuperato terreno ed è riuscito a evitare il disonore di essere in 84 anni il primo premier del Canada con una maggioranza parlamentare a non farsi riconfermare. Nel primo discorso dopo la vittoria, ha ringraziato gli elettori e ha fatto appello all'unità del Paese ribadendo che continuerà il suo impegno sulla strada finora seguita: dalla lotta ai cambiamenti climatici al controllo delle armi, dall'inclusività all'immigrazione. "È sempre possibile fare meglio", ha aggiunto. Ora sarà il leader di un “hung Parliament”, un Parlamento a rischio stallo per il continuo braccio di ferro con chi lo sosterrà esternamente. Uno dei primi nodi sarà convincere il Ndp o il Bloc a mantenere la sua promessa di espandere l'oleodotto Trans Mountain dopo averlo comprato con i soldi pubblici, nonostante il suo impegno a difesa del clima.
Le sorprese e i flop
La sorpresa delle urne è stata proprio il Bloc Quebecois di Yves-Francois Blanchet, il partito separatista che si è presentato solo nel francofono Quebec: ha più che triplicato il numero dei seggi, da 10 a 32, diventando il terzo partito a livello federale. Non è escluso che possa giocare un ruolo nel futuro governo. Flop invece del Ndp, che ha quasi dimezzato la sua presenza (da 40 a 25 deputati): il suo carismatico leader col turbante, JagMeet Singh, è rimasto probabilmente vittima dell'invito al "voto utile" da parte del premier. I Verdi invece confermano i loro tre seggi, senza sfondare nonostante la grande attenzione dei canadesi per clima e ambiente.