Apple, Tim Cook contro Trump: lettera in difesa dei "dreamer"

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La società di Cupertino annuncia di aver impiegato, in 36 Stati, 443 immigrati entrati irregolarmente negli Stai Uniti da bambini. "Non li abbiamo assunti per gentilezza o carità" hanno spiegato i vertici della Apple

In difesa degli immigrati e contro le politiche del presidente americano Donald Trump: i vertici della Apple scendono di nuovo in campo. In una lettera alla Corte suprema i responsabili della casa di Cupertino manifestano il proprio sostegno al provvedimento varato dall’amministrazione Obama per la protezione dei dreamer, gli immigrati entrati irregolarmente negli Stati Uniti da bambini. Il programma Daca, Deferred action for childhood arrivals, fu approvato nel 2012. La lettera è stata inviata a nome di tutta la società, che ha beneficiato del programma di tutele nei confronti dei dreamer che Trump nel 2017 ha annunciato di voler cancellare.

"Non li abbiamo assunti per gentilezza o carità"

Si legge nella lettera: “Apple ha impiegato 443 dreamer in 36 Stati, provenienti da 25 Paesi. Un numero che è aumentato rispetto ai 250 del 2017. Non li abbiamo assunti per gentilezza o carità. L’abbiamo fatto perché incarnano la strategia di innovazione di Apple. Provengono da ambienti diversi e mostrano svariate competenze ed esperienze che permettono loro di affrontare i problemi da diverse prospettive”. Il programma attualmente protegge circa 700 mila immigrati e li tutela nelle richieste per i permessi di lavoro. Scrive Cook nella lettera: “Tra queste persone ce ne sono centinaia che non hanno avuto alcuna voce in capitolo nella decisione di recarsi in questo Paese e non hanno conosciuto nessun’altra casa”. L’Alta corte dovrà pronunciarsi il prossimo novembre sul destino del Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca).  

 

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