Morto l’ex presidente della Tunisia Ben Alì, era fuggito in Arabia Saudita nel 2011

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Il politico ed ex militare aveva 83 anni ed è deceduto in una clinica di Jeddah dopo una lunga lotta contro un cancro alla prostata. Alla guida del Paese per 23 anni, scappò con l’inizio delle proteste che avrebbero portato alla “Primavera araba”

Ventitré anni alla guida della Tunisia, poi la “Primavera araba”, la fuga in Arabia Saudita e le condanne per la morte dei manifestanti. È morto a 83 anni l’ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Alì: il politico ed ex militare è deceduto in una clinica di Jeddah dopo una lunga lotta contro un cancro alla prostata. Secondo il suo difensore Mounir Ben Salha, che cita fonti familiari, il corpo di Ben Alì verrà trasferito a La Mecca e verrà probabilmente sepolto in Arabia Saudita, dove ha vissuto in esilio dal 2011.

La carriera militare e il “colpo di stato medico”

Nato nel 1936, Ben Alì è stato un militare di carriera con esperienze internazionali, tra cui il ruolo di ambasciatore a Varsavia. Da giovane partecipa alla resistenza contro il dominio coloniale francese, finendo anche in prigione, e negli anni Sessanta fonda il Dipartimento della Sicurezza militare che dirige poi per 10 anni. La svolta politica arriva negli anni Ottanta: il 28 aprile 1986 diventa ministro dell'Interno e nell’ottobre dell’anno successivo Primo ministro. Contro il presidente Habib Bourguiba, che lo ha nominato premier, mette poi in atto un “colpo di stato medico”, ovvero convince dei medici a dichiararlo incapace di intendere e di volere.

Cinque mandati da presidente

Divenuto presidente della Tunisia il 7 novembre 1987, Ben Alì prosegue la politica filo-occidentale di Bourguiba combattendo l'integralismo islamico e diventando interlocutore rispettato di tutte le cancellerie occidentali e nordafricane. Il suo partito, il Raggruppamento Costituzionale Democratico (ex Partito socialista desturiano), domina nel frattempo la scena politica nazionale e Ben Alì vince le elezioni del 1994 e del 1999 con una percentuale di oltre il 99 per cento. Poi, nel 2002, prende il controllo assoluto del Paese con una riforma costituzionale che di fatto abolisce ogni limite alla sua rielezione. Nel 2004 viene rieletto con oltre il 94% dei consensi e cinque anni dopo ottiene il quinto mandato con una percentuale dell'89 per cento.

La fuga in Arabia Saudita e i processi

L’evento simbolo dell’inizio della caduta di Ben Alì avviene il 17 dicembre 2010. Mohamed Bouazizi, un giovane fruttivendolo senza licenza, si dà fuoco per protesta contro il sequestro del suo banchetto, dando il via a imponenti proteste di massa di giovani che chiedono lavoro e denunciano il carovita. Ma i manifestanti chiedono anche libertà, con dimostrazioni che si estendono presto a gran parte del mondo arabo, nella cosiddetta “Primavera araba”. Oltre cento persone, tra civili e poliziotti, muoiono negli scontri. Nel gennaio 2011 Ben Alì annuncia il suo ritiro dalla politica e si rifugia nella sua villa di Abha in Arabia Saudita. Nel giugno dello stesso anno, iniziano numerosi processi a lui e al suo clan che riveleranno un quadro di abusi e corruzione. Lui stesso viene condannato a diversi ergastoli per la morte di manifestanti.

L’ultimo messaggio su Facebook

Ben Alì ha parlato al popolo tunisino l’ultima volta il 15 maggio scorso, dalla pagina Facebook del suo avvocato. "Da quando ho lasciato il mio amato Paese, ho solo desiderato sicurezza, stabilità e sviluppo per il mio popolo... questo fa parte del mio impegno nazionale e della mia responsabilità di statista. Sono pronto con tutto il cuore a fare del mio meglio per questo Paese che ho servito sinceramente per 50 anni. Ringrazio tutti i tunisini che mi hanno mandato messaggi di amore e rispetto, assicurandoli che tornerò nel mio Paese".

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