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Muore a 74 anni il fotografo Peter Lindbergh, maestro del bianco e nero femminile. VIDEO

Mondo

Tra i suoi ritratti Naomi Campbell, Cindy Crawford e Kate Moss. "Il compito dei fotografi oggi è quello di liberare il mondo dalla tirannia della giovinezza e della perfezione". Da Vogue al New Yorker, una vita dietro l'obiettivo. Il suo idolo era Van Gogh. 

Noto per le sue delicate foto in bianco e nero di modelle star del cinema, Peter Lindbergh è morto ieri all'età di 74 anni. La notizia arriva direttamente dal suo profilo Instagram “E' con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Peter Lindbergh il 3 settembre 2019, all'età di 74 anni. Lascia sua moglie Petra, la sua prima moglie Astrid, i suoi quattro figli Benjam, Jérémy, Simon, Joseph e sette nipoti”.

I lavori più recenti

Di fronte al suo obiettivo hanno posato Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Milla Jovovich e Kate Moss. Due anni fa aveva realizzato il calendario Pirelli. Era il 2017 (ma se ne era occupato anche nel 1966 e nel 2002): un calendario atipico, per cui ha immortalato un gruppo di attrici e una professoressa di scienze politiche, tutte vestite e con un’età compresa tra i 27 e i 71 anni. Tra i suoi ultimi scatti ci sono le 15 immagini di copertina del numero di settembre dell’edizione britannica di Vogue, il numero attualmente in edicola e dedicato alle donne che stanno cambiando il mondo.

Gli inizi in Germania e l’approdo a Vogue

Nato il 23 gennaio 1944 a Leszno, all’epoca in Germania (ora fa parte della Polonia), e cresciuto a Duisburg, dove iniziò a lavorare come vetrinista di un grande magazzino. A 18 anni si trasferì in Svizzera, poi a Berlino e poi ad Arles, in Francia, dove visse quello che definiva «il suo idolo», Vincent van Gogh. Studiò pittura all’università di arte di Krefeld e nel 1971 iniziò a occuparsi di fotografia, come assistente del fotografo Hans Lux. Nel 1978 si trasferì a Parigi iniziò a lavorare per Vogue: prima per l’edizione italiana, poi per quelle inglese, francese, tedesca e americana. Negli anni Ottanta divenne uno dei più conosciuti fotografi di moda grazie allo stile minimale, elegante, che prendeva spunto dal cinema tedesco e alla danza. Tra le sue collaborazioni ci sono riviste come il New Yorker, Vanity Fair, Rolling Stone e Harper’s Bazaar, ha realizzato le campagne pubblicitarie di numerosi e importanti marchi di moda, tra cui Calvin Klein, Giorgio Armani e Prada, e ha ritratto personaggi come Catherine Deneuve, Mick Jagger, Charlotte Rampling, Tina Turner, John Travolta, Madonna e Sharon Stone, tra gli altri.

Un’idea di donna forte e indipendente

Lindbergh si ispirava a documentaristi come Dorothea Lange, Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand, e ritraeva i suoi modelli in pose naturali, senza fronzoli, con poco trucco, riducendoli all’essenziale, creando un’estetica che si impose a lungo nel mondo della moda e della pubblicità. «Se davvero i fotografi sono responsabili della creazione e della rappresentazione della donna nella società moderna, allora credo che ci sia una sola via per progredire, ed è quella di dare volto e corpo a una femminilità forte e indipendente. Questo è il compito dei fotografi oggi: liberare il mondo dalla tirannia della giovinezza e della perfezione».

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