L'attacco kamikaze è avvenuto sabato sera durante un affollato ricevimento di nozze. Tra le vittime ci sono donne e bambini, 182 i feriti. Lo Stato islamico ha rivendicato l'azione: "Nostro combattente pachistano in cerca di martirio"
È di 63 morti e 182 feriti il bilancio dell'attentato suicida avvenuto sabato durante un ricevimento di nozze a Kabul, in Afghanistan. Tra le vittime anche donne e bambini. A riferirlo è stato il portavoce del ministero dell'Interno Nasrat Rahimi. I talebani hanno da subito negato il loro coinvolgimento nella vicenda e oggi, riporta Reuters, l'azione è stata rivendicata dall'Isis che in passato ha già condotto vari attacchi in città e villaggi, spesso diretti contro la minoranza sciita.
Attentato in un quartiere sciita
L'attentato è avvenuto intorno alle 22.30 ora locale (le 20 in Italia) in un quartiere occidentale della città, abitato dalla minoranza sciita Hazara nella capitale afghana. Nel Paese, durante i matrimoni, uomini e donne festeggiano in stanze separate e il kamikaze si è fatto esplodere nell'area maschile del banchetto. I sopravvissuti sostengono che l'attentatore fosse in piedi vicino a un palco in cui alcuni bambini e altre persone si erano radunati, quando ha fatto esplodere il giubbotto esplosivo. Alcuni video diffusi sui social mostrano persone disperate davanti ai corpi dei familiari e sedie bianche macchiate di sangue.
Isis: "Un combattente pachistano in cerca di martirio"
In una dichiarazione pubblicata su un sito legato al gruppo terroristico, l'Isis ha spiegato che a compiere l'attentato è stato un combattente pachistano dello Stato Islamico in cerca di martirio e ha affermato che nell'attacco è stata fatta esplodere anche un'autobomba. L'Isis, dal 2014, ha rivendicato la responsabilità di numerosi attacchi sanguinosi contro la comunità degli sciiti Hazara in Afghanistan.