Morte Jeffrey Epstein, ossa del collo rotte, i dubbi sui risultati dell'autopsia

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L'esame autoptico ha evidenziato fratture alle ossa del collo compatibili sia con il suicidio che con un'aggressione. Le indagini sul decesso del miliardario continuano

Fratture alle ossa del collo, compatibili sia con l'impiccagione sia con uno strangolamento. E' quanto emerso dall'autopsia effettuata sul corpo di Jeffrey Epstein, il miliardario americano detenuto per abusi sessuali su minori e sfruttamento della prostituzione che è stato trovato morto il 10 agosto nella propria cella del carcere di Manhattan. La prima pista seguita è stata quella del suicidio, ma sul caso sono state aperte tre indagini.

La rete di relazioni di Epstein

Epstein aveva infatti molti amici influenti, come Donald Trump e Bill Clinton. Lo scandalo sullo sfruttamento sessuale di minorenni che lo aveva travolto inoltre aveva portato al coinvolgimento nelle indagini di grandi nomi, come il principe Andrea della casa reale inglese.

I controlli in carcere sospesi

Nel 2008 il miliardario aveva ottenuto di non essere processato dopo essersi dichiarato colpevole di sfruttamento della prostituzione ai danni di ragazze minorenni. Ora attendeva un processo che poteva costargli fino a a 45 anni di carcere per pedofilia e traffico di minori. A inizio luglio il 66enne aveva forse tentato di togliersi la vita nella sua cella dopo che il giudice aveva rifiutato la sua richiesta degli arresti domiciliari. Nonostante questo, il 23 luglio era stato deciso di togliere la sorveglianza speciale che prevedeva un controllo ogni 30 minuti da parte delle guardie carcerarie. Inoltre pochi giorni prima del 10 agosto il suo compagno di cella era stato trasferito ed Epstein era stato lasciato solo.

Ricollocato il direttore del carcere

Intanto il ministro della giustizia americano William Barr ha rimosso e ricollocato ad altra sede il direttore del Manhattan Correctional Center, la prigione federale di New York in un cui il finanziere era detenuto. Due degli agenti penitenziari che avevano il compito di vigilare su di lui sono stati inoltre messi in congedo amministrativo, fino a quando non sarà stata chiarita la vicenda. Il ministro Barr aveva parlato di "gravi irregolarità”.

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