I caccia hanno colpito nella notte a Murzuq, nel sud del Paese. Oltre 60 le persone rimaste ferite. I media vicini al generale negano di aver colpito civili
E' di almeno 42 morti e oltre 60 feriti il bilancio del raid compiuto nella notte tra domenica e lunedì dalle forze del generale Haftar su un ricevimento di nozze nella città di Murzuq, un'oasi con 50 mila abitanti a quasi 900 chilometri a sud di Tripoli. Secondo alcuni, le bombe sono cadute su un'assemblea di dignitari locali, oltre 200, riuniti per "risolvere differenze sociali"; altri hanno sostenuto che si trattava di un matrimonio.
Le parti in causa, le accuse reciproche, la condanna dell'Onu
"Non c'erano persone armate o ricercate tra di loro...Haftar ha bombardato civili disarmati", ha accusato Ibrahim Omar, funzionario municipale, puntando il dito contro le forze del maresciallo Khalifa Haftar. Secondo un consigliere comunale, Marzouk Mohamed Omar, un altro aereo avrebbe bombardato il quartiere residenziale di al Kalaa provocando diversi morti. L'ufficio stampa delle forze di Haftar ha smentito di aver colpito civili, confermando un bombardamento aereo con un drone ma ai danni di "mercenari ciadiani", come vengono definiti i miliziani del gruppo etnico Tabu, in conflitto con le forze del maresciallo, che alcune ore prima avevano fatto irruzione nella città" e di miliziani di alcuni gruppi "terroristici libici" legati al Governo di Accordo Nazionale, l'esecutivo presieduto da Fayez al-Serraj e sostenuto dall'Onu. Proprio quest'ultimo ha invitato le Nazioni Unite a indagare sui crimini commessi dalle forze dell'Esercito nazionale libico a Murzuq. Nei giorni scorsi l'inviato speciale Onu, Ghassan Salamé, ha chiesto alle parti in conflitto di concordare un cessate il fuoco in occasione della festa religiosa di Aid al Adha, la festa dell'agnello per i musulmani, come passo conciliante verso un nuovo processo di dialogo. Da parte sua, l'Ue si è fatta sentire attraverso le parole dell'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini: "Attacchi indiscriminati contro aree residenziali densamente popolate possono costituire crimini di guerra e devono cessare immediatamente", ha riferito la sua portavoce.
Maja Kocijanci.Secondo attacco aereo nella parte est del Paese
Quello di domenica notte è il secondo attacco aereo nella parte est del Paese da parte delle forze fedeli a Kalifa Haftar dopo il bombardamento di un centro di detenzione a Tajoura, periferia a est di Tripoli, in cui circa 44 migranti sono stati uccisi. Da aprile ad oggi, i combattimenti fra il Gna (il Governo nazionale di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale) e le forze di Haftar hanno fatto quasi 1.100 morti e 5.750 feriti, obbligando oltre 100 mila civili a lasciare le proprie abitazioni, secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità.