A Detroit nuovo round con altri 10 candidati alla Casa Bianca. L’ex vicepresidente preso di mira dai rivali. La senatrice Kamala Harris non brilla come la prima volta. In evidenza il senatore nero Cory Booker, l'ex ministro di Obama Julian Castro, l'outsider Andrew Yang
Negli Stati Uniti è andato in scena un nuovo round del secondo dibattito tv tra altri dieci candidati dem alla Casa Bianca. Questa volta tra i protagonisti c’era Joe Biden, che è stato preso di mira dai rivali. Il duello principale rimane con la senatrice Kamala Harris, che però non ha brillato come la prima volta. Si sono messi in evidenza, invece, il senatore di colore Cory Booker, l'ex ministro di Obama Julian Castro e l'outsider Andrew Yang. Luci e ombre per la senatrice Kirsten Gillibrand, mentre per il sindaco di New York Bill de Blasio - secondo gli esperti - è stato un fiasco. Tra i candidati, l'unico vero denominatore comune nella corsa verso Usa 2020 è la volontà di sconfiggere Donald Trump, un presidente ritenuto “razzista”, “suprematista”, “predatore”.
Nuovo duello Biden-Harris
A Detroit, quindi, tutti contro Joe Biden. Che è stato costretto a difendersi dai colpi e ha piazzato qualche zampata da vecchio leone. “Vai piano con me, bambina", ha sussurrato Biden stringendo la mano sul palco a Kamala Harris, che lo aveva trafitto nel primo dibattito rimproverandogli di aver votato contro il servizio di bus per integrare i neri nelle scuole e di aver collaborato con senatori segregazionisti. Accuse che ieri la senatrice ha rilanciato.
Scintille sulla riforma sanitaria
Ma le prime scintille tra i due sono state sulla riforma sanitaria. Biden, che punta a un rafforzamento dell'Obamacare, ha criticato il piano “Medicare for All” di Harris sostenendo che è troppo costoso, graverebbe sulla middle class ed escluderebbe le assicurazioni private. “È semplicemente inesatto", ha replicato la senatrice, che però non ha saputo spiegare con chiarezza il suo progetto e la fonte di finanziamento. Poi l'ex procuratrice è stata messa sul banco degli accusati dalla deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard per aver messo in galera 1.500 persone per marijuana e aver poi scherzato quando le è stato chiesto se la fumava.
Tutti contro Biden
Ma il bersaglio grosso per tutti era Biden, che si trovava in mezzo al podio tra Harris e Booker. Entrambi lo hanno attaccato duramente come artefice di una riforma penale nel 1984 che avrebbe causato carcerazioni di massa. Biden ha replicato criticando i precedenti di Booker quando era sindaco di Newark. Poi è stata la volta del governatore progressista di Washington Jay Inslee, che ha contestato il piano di Biden su clima e ambiente, definendolo troppo prudente perché "la casa sta già bruciando". Bordate all’ex vicepresidente sono arrivate anche da Kirsten Gillibrand per i suoi lontani commenti sulle donne che non dovrebbero lavorare, rincarate da quelle di Kamala Harris per aver votato in passato un emendamento che blocca i fondi federali per molti casi di aborto. Attacchi pure da Castro, favorevole come la maggior parte dei candidati alla depenalizzazione dell'attraversamento illegale della frontiera. "Ho il fegato di dire che attraversare il confine illegalmente è un reato, a meno che non si cerchi asilo", ha risposto Biden tra i fischi di alcuni attivisti, dissociandosi comunque dalla prassi di separare i bambini.