Si sono svolte le elezioni per il rinnovo di circa la metà dei 245 seggi del Senato, la Camera meno influente del Parlamento: il premier ha ottenuto oltre 63 seggi dei 124 disponibili
La coalizione di governo in Giappone, guidata dal premier conservatore Shinzo Abe, rafforza la maggioranza alla camera alta del Parlamento. Lo anticipa la televisione pubblica Nhk alla chiusura delle urne, alle 20 locali (le 13 in Italia). I liberal-democratici - assieme al partito di centro-destra, Komeito, avrebbero conquistato oltre 63 seggi, dei 124 disponibili per il rinnovo del Senato. Il Giappone ha votato oggi per rinnovare circa la metà dei 245 seggi. Si tratta di un appuntamento atteso nel Paese del Sol Levante, nonostante la Camera alta sia meno influente rispetto alla Camera bassa, in quanto non partecipa alla scelta del premier. In base alla legge elettorale nipponica 74 membri saranno eletti nelle circoscrizioni prefetturali, mentre i restanti 50 otterranno il seggio con sistema proporzionale su base nazionale.
Le forze in campo
A sfidarsi c'erano la maggioranza del premier conservatore Shinzo Abe, a capo della coalizione di governo formata dal partito liberal-democratico e la forza di centro destra di ispirazione buddista, Komeito, e dall'altro lato le principali forze di opposizione con in prima fila il partito democratico costituzionale del Giappone, guidato dall'ex capo di gabinetto Yukio Edano nel governo di Naoto Kan. Abe punta ai seggi soprattutto in vista di una riforma costituzionale da porre in atto prima della scadenza del suo mandato, nel 2021. I partiti di opposizione, invece, hanno insistito in campagna elettorale sulle preoccupazioni per una situazione economica in rallentamento che logora il potere di acquisto delle famiglie e per le crepe del sistema pensionistico a fronte di una popolazione in costante invecchiamento. Per tentare di arginare l'avanzata dell'Ldp - al potere quasi ininterrottamente da 65 anni - le opposizioni hanno serrato le file, presentando liste comuni in 32 distretti.
Gli obiettivi di Abe
Abe, con la modifica dell'articolo 9 della Costituzione, ha sempre sostenuto di voler dare legittimità alle Forze di autodifesa, un vero e proprio esercito funzionale dotato dei più sofisticati sistemi militari, in un contesto di instabilità geopolitica, e a causa della sempre maggiore assertività della Cina e della minaccia nordcoreana. Per farlo Abe dovrà comunque ottenere i due terzi della maggioranza in entrambe le camere del Parlamento e assicurare l'approvazione del voto popolare.
Lo scontro con l'opposizione
Lo scontro con le forze di opposizione è soprattutto sul fronte interno e riguarda i costi della previdenza sociale, in un Paese che ha le più alte aspettative di vita al mondo, tassi di natalità ai minimi storici e un debito pubblico che raggiunge il 250% del prodotto interno lordo. In un accesso dibattito parlamentare, nelle ultime settimane il governo è stato criticato per aver respinto l'autenticità di una ricerca da parte un'agenzia di servizi previdenziale (Fsa) sulla inadeguatezza delle pensioni per le persone in età avanzata. A questo riguardo il previsto aumento della tassa sui consumi, dall'8% al 10% da ottobre 2019, dovrebbe aiutare a finanziare il welfare, sostiene l'esecutivo, in particolare i finanziamenti per nuovi asili nido e maggiori sostegni economici alle coppie di genitori per incentivare le nascite. Un'opinione respinta dalla principale forza di opposizione, il partito democratico costituzionale del Giappone, che teme una contrazione delle spese per consumi in una fase congetturale già segnata dalle dispute sul commercio internazionale, e che riguarda sempre più da vicino il Paese del Sol Levante.