La risoluzione voluta dai Democratici è stata approvata con 240 voti a favore e 187 contrari: quattro i Repubblicani che hanno votato sì. Durante il dibattito, toni duri della speaker Nancy Pelosi, che ha definito le frasi "non solo disgustose ma anche razziste"
I commenti razzisti di Donald Trump contro le quattro deputate progressiste appartenenti a minoranze sono stati condannati dalla Camera degli Stati Uniti. Una condanna arrivata dopo un dibattito acceso e che ha provocato delle spaccature. La risoluzione voluta dai Democratici è stata approvata con 240 voti a favore e 187 contrari. Sono stati solo quattro i Repubblicani che si sono uniti ai Democratici nel condannare il presidente americano per i “commenti razzisti che hanno legittimato e aumentato i timori e il disprezzo”.
Toni duri di Nancy Pelosi
Il voto è stato preceduto da un feroce dibattito, durante il quale la speaker Nancy Pelosi è stata ripresa dai suoi colleghi, che le hanno vietato ulteriori interventi in Aula. Pelosi ha usato toni duri contro Trump. I suoi commenti non "solo sono disgustosi ma anche razzisti", ha detto violando le regole della Camera che impediscono di definire il presidente americano e i suoi commenti razzisti. Il divieto di parola a Pelosi ha scatenato una bagarre, con i Repubblicani a fare fronte comune in difesa del presidente e respingere le accuse dei Democratici.
Partito repubblicano compatto
Trump - che domenica in un tweet aveva invitato Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar, elette alla Camera dei rappresentanti, a tornarsene nel loro Paese d'origine - avrebbe seguito il voto incollato alla tv e per seguirlo passo a passo avrebbe cancellato anche alcuni appuntamenti. Nonostante i tentativi repubblicani di bloccare il provvedimento, la Camera ha dato il suo via libera in uno schiaffo deciso e forse senza precedenti a Trump. La risoluzione approvata, secondo alcuni osservatori, potrebbe ora essere utile a contrastare Trump e le sue politiche nei tribunali americani, soprattutto sul fronte dell'immigrazione. Il partito repubblicano - come ha sottolineato anche il tycoon su Twitter - ha tutto sommato superato il test del voto, mostrandosi compatto dietro al suo presidente e seguendo la linea dettata dal leader del Senato, Mitch McConnel. Dopo un assordante silenzio durato giorni, McConnell è finalmente uscito allo scoperto e affermato che il presidente "non è razzista".
La richiesta simbolica di impeachment
C’è stata anche una mossa simbolica del deputato democratico del Texas Al Green, che ha presentato alla Camera la sua risoluzione per l'impeachment di Trump. Non è la prima volta che Green intraprende questa strada: l'obiettivo del deputato è spingere la Camera ad affrontare il nodo dell'impeachment nel breve termine vista la natura “privilegiata” della risoluzione. La mossa si differenzia dalla richiesta avanzata da 80 membri della Camera di lanciare un'indagine per un possibile impeachment di Trump.