L'avvocato, moglie dell'attore, guiderà il pool di legali al servizio della giornalista, voce critica contro il presidente Duterte
Amal Clooney, avvocato per i diritti umani e moglie dell'attore George, guiderà il team di avvocati che difenderà in tribunale Maria Ressa. La giornalista filippina, direttrice del portale Rappler, è una delle più accese critiche del presidente Rodrigo Duterte.
La difesa di Amal
Ressa è una dei “guardiani della verità” scelti dal Time come persone dell'anno 2018. Deve rispondere di diverse accuse, tra cui quelle di evasione fiscale e diffamazione. Secondo i suoi sostenitori sarebbero solo espedienti per perseguire il suo lavoro giornalistico. Sarà difesa da Amal Clooney e dalla collega Caoilfhionn Gallagher. Entrambe sono specializzate in diritti umani e diritto internazionale e collaboreranno con i legali filippini. “Maria Ressa – ha affermato Amal Clooney - è una giornalista coraggiosa che viene perseguitata per aver riportato notizie ed essersi battuta contro le violazioni dei diritti umani. Utilizzeremo ogni strumento legale disponibile per difendere la libertà di stampa e lo stato di diritto nelle Filippine”. L'avvocato moglie dell'attore e regista è stata nominata dal governo britannico inviato speciale per la libertà di stampa. Tra gli altri, ha difeso anche i due reporter della Reuters imprigionati per più di 16 mesi in Myanmar e rilasciati lo scorso maggio.
Le accuse contro Maria Ressa
Maria Ressa, che ha lavorato per Cnn in Asia, è già stata arrestata due volte quest'anno: la direttrice e la redazione di Rappler - nato nel 2012 e diventato uno dei più influenti organi di informazione nelle Filippine - sostengono che le accuse siano un tentativo di mettere a tacere le critiche a Duterte, in particolare sugli abusi commessi nella sua guerra alle droghe. Secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International, la guerra alla droga di Duterte ha fatto almeno 6600 morti. Il presidente, che non nasconde la sua ostilità nei confronti della stampa, ha accusato Rappler di essere finanziato dalla Cia, ha tentato bloccare la sua attività e negato l'accesso al palazzo presidenziale ai giornalisti della testata.