L’ultimo video pubblicato sul canale Youtube dalla compagnia ha scatenato le polemiche. Al centro delle critiche, il trucco del sosia che ha interpretato Obama: gli è stato dipinto il volto di nero e i suoi tratti sono stati accentuati
Uno spot comparso nei giorni scorsi sul canale Youtube di Alitalia ha scatenato tante polemiche da costringere la compagnia aerea a rimuoverlo. L’accusa rivolta alla campagna pubblicitaria, nata per promuovere la nuova rotta Roma-Washington DC, è quella di razzismo.
Nel video critiche al sosia di Barack Obama
La clip era stata pensata come il terzo episodio di un ciclo promozionale per promuovere il nuovo volo per la città americana. Dal momento che proprio a Washington DC c’è la Casa Bianca, sede del presidente degli Stati Uniti, gli ideatori della pubblicità hanno pensato di scegliere dei sosia dei presidenti degli States per fermare i passanti e promuovere la nuova rotta. Tuttavia, nell’episodio in questione, per interpretare Obama è stato scelto un attore di origini tunisine (Khaled Balti), il quale ha dovuto dipingersi la faccia in una farsa che ha tirato in ballo il colore della pelle.
La pratica della “Blackface”
Colorarsi la faccia per imitare un personaggio di colore è da tempo ritenuta una pratica irrispettosa, tanto da essersi guadagnata un nome tutto suo: “Blackface” per l’appunto. La ragione è che utilizzare un trucco nero su un attore non di colore non ha alcun senso se non quello di macchiettizzare il colore della pelle e creare uno stereotipo. Una bassa comicità che negli Stati Uniti risale all’Ottocento e ai Minstrel e Vaudeville Show, considerata persino da Martin Luther King uno dei simboli dell’umiliazione degli afroamericani.
I casi precedenti
Il caso è finito anche sul New York Times, che riporta altri precedenti tutti italiani: da Gucci, che a febbraio aveva sponsorizzato un maglione col dolcevita allungabile fino al naso, che ha poi dovuto ritirare dal mercato proprio perché evocava la "Blackface", a Prada che lanciò una linea di borse con il logo di una scimmia e che fu accusata di razzismo. Un altro caso, non italiano, riguarda la Svezia, dove H&M nel 2018 ha lanciato una pubblicità di un bambino di colore in felpa con la scritta "la scimmia più bella della giungla".