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Turchia, elezioni a Istanbul: si torna a votare dopo il ricorso di Erdogan

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Ekrem Imamoglu (a sinistra) e Binali Yildirim durante il dibattito televisivo che si è tenuto lo scorso 16 giugno e che è stato molto seguito in tutto il Paese (Getty Images)

Il 23 giugno gli elettori dovranno scegliere di nuovo tra Ekrem Imamoglu, che aveva vinto la scorsa tornata, e Binali Yildirim del Akp, lo schieramento del presidente. I sondaggi danno saldamente in testa il primo, sostenuto dal Partito Popolare Repubblicano

Domenica 23 giugno più di 10 milioni turchi si recheranno di nuovo alle urne per eleggere il primo cittadino di Istanbul. Il voto è stato indetto dopo che il 6 maggio scorso la Commissione elettorale suprema della Turchia (Ysk) ha deciso di annullare le elezioni amministrative del 31 marzo scorso per irregolarità. Nella tornata precedente, il candidato dell'opposizione Ekrem Imamoglu era riuscito a strappare la città sul filo di lana al Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp), i conservatori islamici del presidente Recep Tayyip Erdogan, dopo un quarto di secolo di amministrazione ininterrotta. L’elezione di questo sindaco  è da sempre centrale nella vita politica turca: lo stesso Erdogan, che 25 anni fa ha dato il via alla sua ascesa politica proprio in riva al Bosforo, ama ripetere che "chi vince a Istanbul vince in tutta la Turchia".

Il motivo dell’annullamento

L'Ysk, che in passato è già stata duramente criticata dalle opposizioni per aver avallato sospette irregolarità a favore di Erdogan, ha accolto il ricorso presentato dai nazionalisti dell'Mhp e dall’Akp, che alle amministrative sostenevano l'ex premier ed ex presidente del Parlamento turco Binali Yildirim. I due partiti hanno deciso di appellarsi dopo che Ekrem Imamoglu sostenuto dal Partito Popolare Repubblicano (Chp) era riuscito ad ottenere un pugno di voti più dell’avversario (13.742), aggiudicandosi la corsa. Secondo l'Akp e l'Mhp, a Istanbul avrebbero votato 40mila elettori che non ne avevano diritto, ci sarebbero state irregolarità nel conteggio dei voti, e molti presidenti di seggio non avrebbero avuto i titoli per ricoprire l’incarico. Con una maggioranza di sette voti contro quattro, i giudici della Commissione elettorale hanno deciso di accogliere il ricorso, perché effettivamente in alcuni casi i scrutatori e i presidenti non sarebbero stati pubblici ufficiali. A seguito dell’annullamento Birgun, uno dei pochi quotidiani di opposizione al governo in Turchia, ha gridato al "golpe", e il leader di Iyi, Meral Aksener, uno dei partiti che sosteneva Imamoglu, ha commentato la notizia sostenendo che: "La volontà popolare è stata calpestata". Dal canto suo, il candidato sindaco uscito vincente dalla tornata ha invitato i suoi sostenitori a non perdere la speranza: "Se restiamo uniti, tutto andrà per il meglio".

I due sfidanti

I candidati a sindaco quindi hanno dovuto organizzare una nuova campagna elettorale. Binali Yildirim, fedelissimo di Erdogan, ha cavalcato l’indignazione per il "voto truccato" e ha promesso di far rinascere l’economia della città. Tra i vari punti in programma ha manifestato l’intenzione di creare 500mila nuovi posti di lavoro a Istanbul grazie ad un piano di investimenti al quale parteciperà anche il governo centrale. Ekrem Imamoglu, invece, ha puntato su un piano di sostegno per le famiglie in difficoltà e per l'accesso allo studio dei minori dei quartieri più poveri della città. Quest’ultimo, a seguito delle ultime vicende, ha potuto beneficiare di un’impennata della popolarità, tanto da essere percepito dall’opinione pubblica come colui che potrebbe mettere in discussione il potere di Erdogan.

Imamoglu al 54% nei sondaggi

Questa percezione trova riscontri anche nei sondaggi. Secondo l'istituto di statistica turco Konda, infatti, il candidato repubblicano sarebbe saldamente in testa con il 54%, mentre Yildirim si fermerebbe al 45%. Il terzo in corsa Necdet Gokcinar, del partito Saadet, godrebbe di circa l'1% delle preferenze. Dalla rilevazione emerge anche che la popolarità di Imamoglu è molto cresciuta rispetto al turno dello scorso 31 marzo, quando i sondaggi lo indicavano leggermente sotto lo sfidante. Intanto, nei giorni scorsi, il leader dell'organizzazione separatista curda Pkk, Abdullah Öcalan, dal carcere di massima sicurezza di Imrali, ha chiesto agli abitanti di Istanbul vicini al partito filo curdo Hdp di rimanere neutrali nell'elezione di domenica. I vertici del partito però, che mesi fa avevano addirittura deciso di rinunciare a presentare un candidato proprio per far confluire i voti su Imamoglu, si sono detti convinti che nonostante l’appello i propri elettori voteranno per il candidato del Chp, "permettendo il trionfo della democrazia, così come avvenuto lo scorso 31 marzo".

I duri attacchi di Erdogan

Nei giorni scorsi, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato: "In queste elezioni i cittadini di Istanbul dovranno scegliere tra due candidati. Da un lato la nostra coalizione, dall'altro una coalizione che ha sostenuto le stesse idee delle organizzazioni terroristiche. A Kandil (roccaforte dei terroristi curdi del Pkk, ndr) dicono di votare per loro e non per noi". Durante la campagna elettorale il presidente turco ha anche rivendicato i risultati ottenuti dal suo partito: "Chi ci accusa di non aver fatto nulla negli ultimi 25 anni è in malafede. La Turchia non ha mai conosciuto uno sviluppo così duraturo in tutta la sua storia". Uno sviluppo che, secondo Erdogan, è necessario non interrompere: "Il Chp è immondizia, è fango. C’è bisogno che si sappia perché le elezioni di domenica ci permettano di continuare sulla stessa strada e far crescere il Paese".

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