Concluso il salvataggio della spedizione. Nell’incidente ha perso la vita un alpinista pachistano, mentre il capo spedizione, l’italiano Tarcisio Bellò, ha riportato una frattura e diverse lesioni
Gli alpinisti travolti da una valanga in Pakistan sono stati tratti in salvo. A comunicarlo la moglie di Tarcisio Bellò, il 57enne capo spedizione, rimasto ferito nell’incidente: “Sono stati salvati tutti e stanno raggiungendo il primo centro abitato della valle”. L'incidente si era verificato nella giornata di lunedì e aveva coinvolto una spedizione con quattro italiani e tre guide pachistane. Purtroppo uno degli alpinisti pachistani, Imtiaz, non ce l'ha fatta. Nella giornata di lunedì, quando si è appreso dell’incidente, la macchina dei soccorsi non si è potuta attivare a causa delle cattive condizioni meteorologiche.
Gli italiani coinvolti
Tutti veneti gli alpinisti italiani: Tarcisio Bellò (che nell'incidente ha riportato la frattura di una caviglia e altre lesioni), Luca Morellato, David Bergamin e Tino Toldo. Della spedizione facevano parte anche tre pachistani: Nadeem, Shakeel e Imtiaz, quest'ultimo l'unica vittima.
Forti nevicate sin dall'inizio della spedizione
Arrivata in Pakistan a inizio giugno, la spedizione aveva allestito il campo base a 3.650 metri e il campo 1 a 4.550 metri. Bellò, il capo spedizione, è un veterano delle pareti di mezzo mondo, mentre per il giovane Morellato, appena ventiduenne, questa è la prima spedizione. Da subito il gruppo ha dovuto confrontarsi con le forti nevicate, che hanno provocato le valanghe nell'area.
Spedizione dedicata agli alpinisti scomparsi
La montagna era stata individuata nel 2017 da Francesco Rota Nodari, alpinista bergamasco che ha perso la vita a 40 anni nel marzo 2018 in val Camonica. Proprio a lui e all'amico Daniele Nardi, morto a febbraio insieme a Tom Ballard sul Nanga Parbat nel tentativo di conquistare lo Sperone Mummery, sarebbe stata dedicata l'impresa.