Svizzera, donne in sciopero: "Stipendio uguale agli uomini"

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Un'immagine delle proteste dalla capitale Berna (foto: Getty Images)

In diverse migliaia si sono radunate nella Bundesplatz di Berna, davanti al Parlemento elvetico, ma anche in altre città del Paese per chiedere parità di trattamento economico

Migliaia di donne sono in sciopero in Svizzera: in tutto il Paese ci sono stati cortei e manifestazioni per chiedere parità di trattamento rispetto agli uomini nella società. Una grande protesta si è svolta a Berna davanti al Parlamento elvetico, ma come riportano i media locali, episodi simili sono andati in scena in tutta la Svizzera.  

In migliaia a Berna

Diverse migliaia di donne hanno manifestato nella Piazza federale di Berna (Bundesplatz), di fronte al Parlemento. A loro si sono unite anche tante politiche, accolte dal baccano di pentole e fischietti. Sopra al palco allestito in piazza uno striscione recitava: "Le donne cambiano la società - ora". Alle finestre del palazzo federale sono stati stesi panni viola come atto simbolico. Per permettere alla parlamentari di partecipare alla manifestazione, inoltre, la presidente del Consiglio nazionale, Marina Carobbio, ha sospeso poco prima delle 11.00 la seduta della camera bassa del parlamento svizzero. La presidente ha sottolineato che si è trattato di un segno di solidarietà nei confronti delle donne e contro le discriminazioni legate al genere. "La parità fra i sessi riguarda tutte e tutti noi: la sua realizzazione porterà dei benefici alla società intera, al mondo economico ed è al contempo una questione di giustizia e democrazia".

Manifestazioni in tutta la Svizzera

Anche a Lucerna le donne sono scese in piazza per manifestare il proprio dissenso. Palloncini rosa sono stati affissi sulle chiese cattoliche della città come atto simbolico per chiedere maggiore uguaglianza nelle comunità religiose e nella società in generale. Secondo la teologa e assistente pastorale lucernese Simone Marchon, i palloncini hanno lo scopo di rendere visibili le rivendicazioni. Questa azione fa parte della mobilitazione nazionale in occasione dello sciopero delle donne, così come le statue avvolte di viola a Neuchatel, il traffico bloccato a Losanna o un pugno chiuso, simbolo del femminismo, proiettato su un grattacielo a Basilea. A Losanna, le manifestazioni hanno preso il via nella notte, con le donne che hanno suonato le campane della cattedrale, illuminata di viola per l'occasione, e acceso un falò. Al mattino, 500 persone si sono riunite per una colazione di massa, bloccando il traffico. A Zurigo, invece, le manifestanti hanno sfilato con un grande clitoride rosa di cartapesta posizionato su un carro.

Una data simbolica

La data del 14 giugno non è stata scelta a caso. Si riferisce alla votazione federale del 14 giugno 1981 che ha accolto l'articolo costituzionale sulla parità tra donne e uomini. Per ritrovare una protesta di questa portata in Svizzera bisogna tornare indietro al 1991, quando mezzo milione di donne scesero in strada per chiedere pari opportunità ed il congedo per la maternità. A circa 30 anni da quella data, alcune cose sono cambiate. Da allora, infatti, ci sono stati otto ministri donna al governo e la legge ha sancito il diritto al congedo di maternità. Le disparità di genere, però, sussistono ancora sul fronte delle retribuzioni: le donne guadagnano in media il 20% in meno degli uomini, sono sottorappresentante nei ruoli dirigenziali ed il sostegno pubblico per la crescita dei figli è molto scarso. La prima protesta delle donne svizzere risale al 1918, quando si unirono al movimento mondiale che chiedeva il diritto di voto universale, riconosciuto nel Paese solo nel 1971.

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