Elezioni in Guatemala, 8 milioni al voto per eleggere il nuovo presidente

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Sandra Torres (Getty Images)

Nello Stato dell'America Centrale i cittadini si recheranno alle urne per scegliere il successore di Jimmy Morales. La votazione servirà anche ad attribuire i 160 seggi del Parlamento e i 20 del Parlamento centroamericano

Dopo diverse inchieste che hanno portato alla luce numerosi casi di corruzione, il Guatemala si prepara ad eleggere il nuovo presidente. Domenica 16 giugno, infatti, 8 milioni di guatemaltechi dovranno recarsi alle urne per scegliere il Capo dello Stato e contestualmente attribuire i 160 seggi del Parlamento e i 20 del Parlamento centroamericano e definire il destino di 340 consigli comunali. Alla corsa, come prescritto dalla Costituzione che prevede un solo mandato presidenziale, non parteciperà il conservatore e antiabortista Jimmy Morales. Ex attore comico, il presidente uscente è stato eletto nel 2015 e ha governato con il sostegno delle associazioni dei veterani e del partito di estrema destra Frente de Convergencia Nacional. Per ricoprire la sua carica sono in corsa 19 candidati, tra i quali sembrano essere in vantaggio la socialdemocratica Sandra Torres e il leader del partito di destra 'Vamos', Alejandro Giammattei. Se nessuno dei contendenti otterrà la maggioranza assoluta nella votazione del primo turno, il prossimo 11 agosto è previsto un ballottaggio tra i due contendenti più votati.

In vantaggio Sandra Torres

Il Guatemala nel recente passato è stato teatro di diversi colpi di Stato e di una guerra civile che ha insanguinato il Paese per 36 anni. Ferite che non sono ancora del tutto rimarginate e che, anche a causa di numerosi casi di corruzione, hanno contribuito a creare un clima di crescente tensione in questi mesi di campagna elettorale. Secondo gli ultimi sondaggi la favorita per la vittoria finale attualmente è Sandra Torres. Leader dell’Unidad Nacional de la Esperanza (Une), l’ex moglie dell'ex presidente Álvaro Colom partecipa alle elezioni nonostante su di lei incomba un’inchiesta per finanziamenti illeciti di cui avrebbe usufruito nella campagna elettorale del 2015. Il suo principale sfidante dovrebbe essere il 63enne Alejandro Giammattei. Ex presidente del sistema penitenziario guatemalteco, ha già partecipato senza successo alle elezioni del 2007, del 2011 e del 2015. Altri candidati piuttosto quotati sono Roberto Arzù, sostenuto da PAN-Podemos, ed Edmundo Mulet del Partido Humanista de Guatemala.

Due candidate molto quotate escluse

Dalla competizione sono state escluse due candidate che potenzialmente avrebbero potuto raccogliere un numero considerevole di voti. Nel mese di maggio, infatti, la Corte costituzionale del Guatemala ha ordinato al Tribunale supremo elettorale (Tse) di escludere dalla corsa alla presidenza Zury Ríos del partito Valor. Il segretario della Corte, Martín Guzmán, ha sottolineato che la decisione è "definitiva e senza appello" e si fonda sull'articolo 186 della Costituzione, che preserva il carattere democratico del Guatemala. Ríos è infatti figlia del generale ed ex dittatore Efraín Ríos Montt, che ha governato il Paese dopo un colpo di Stato nel 1982. Un’altra candidata ad essere stata esclusa è stata l’ex procuratrice generale Thelma Aldana. Leader del movimento Semilla, si proponeva di ristabilire lo stato di diritto e di iniziare una lotta senza quartiere contro la corruzione. Lo scorso marzo, però, è fuggita a El Salvador per sfuggire ad un ordine di cattura per presunta frode fiscale e malversazione di fondi pubblici. Un’incriminazione che i suoi sostenitori sostengono sia stata montata ad hoc per escluderla dalla corsa alla presidenza. Nel frattempo lei ha fatto domanda al Tribunale supremo elettorale affinché la sua candidatura fosse accettata, in modo da poter ritornare in Guatemala forte dell’immunità garantita della contesa elettorale. Ma la domanda è stata rigettata e Aldana è stata esclusa dalle presidenziali. Nei mesi precedenti molti osservatori internazionali si erano espressi in suo favore, convinti che potesse contribuire ad avviare un processo di rinnovamento nel Paese.

Corruzione dilagante

Tra i problemi principali che dovrà affrontare il nuovo presidente c’è sicuramente la povertà e la questione migratoria. Proprio dal Guatemala partono infatti migliaia di persone in direzione degli Stati Uniti, dove cercano rifugio dalla violenza dilagante e dalla discriminazione che colpisce la popolazione indigena. A questi problemi si somma la corruzione a cui negli ultimi anni si è provato a porre rimedio con l’istituzione della Commissione internazionale contro l'impunità in Guatemala (Cicig). Adottato come modello dagli altri Paesi della regione, l’organismo indipendente, appoggiato dall’Onu, nei primi anni di vita, ha aiutato i procuratori locali a denunciare 680 persone tra cui politici, ufficiali militari, giudici, narcotrafficanti e potenti imprenditori. Nel mirino del Cicig è finito anche il presidente Morales che a causa delle inchieste ha dovuto affrontare tre voti di impeachment, due dei quali legati al finanziamento illegale della campagna elettorale. Con un tempismo sospetto, dopo questi procedimenti giudiziari Morales ha decretato la fine del Cicig e ha bandito il suo commissario, Ivan Velásquez.

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