Russia, cadono le accuse per droga contro il giornalista Ivan Golunov: sarà rilasciato

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Golunov in tribunale per la sua udienza (foto Ansa)

Indagine chiusa per mancanza di prove. Il reporter, noto per le inchieste sulla corruzione, era stato fermato con l'accusa di tentato spaccio. Da subito emersi dubbi sulle prove alimentando sospetti che si trattasse di un arresto ingiustificato

È stata chiusa per mancanza di prove l'indagine penale nei confronti del giornalista russo della testata indipendente Meduza, Ivan Golunov. Ad annunciarlo, riporta l’agenzia russa Ria Novosti, è stato il ministro dell'Interno Vladimir Kolokoltsev. Il giornalista era accusato di tentato spaccio di stupefacenti, ma -  ha detto Kolokoltsev - "a seguito di test biologici, forensi, genetici e di impronte digitali, è stata presa la decisione di chiudere il procedimento penale per mancanza di prove del suo coinvolgimento nel crimine in questione". Golunov sarà liberato dagli arresti domiciliari "in giornata". Il caso ha suscitato grande clamore in Russia, dove si è parlato di arresto ingiustificato e senza prove: secondo la testata Meduza, si è trattato di un atto di persecuzione nei confronti del reporter per la sua attività giornalistica. 

Chiesto licenziamento di due alti funzionari della polizia

Oltre al rilascio del giornalista e al ritiro delle accuse, è stata anche disposta la sospensione dei tre agenti che hanno effettuato l'arresto del giornalista scomodo per le sue inchieste. Il ministro dell'Interno ha aggiunto di aver chiesto al presidente russo Vladimir Putin "di licenziare il capo della polizia di Mosca occidentale, il maggior generale Andrei Puchkov e il capo del dipartimento di polizia di Mosca per il narcotraffico, il maggior generale Yury Devyatkin". Sotto accusa è finito anche il colonnello della polizia Andrey Shchirov, responsabile dell'arresto di Golunov, che avrebbe un patrimonio sospetto da circa un milione di euro (troppo per un funzionario che ne guadagna massimo 13mila l'anno).

Il sostegno dei giornali liberali russi

Golunov, giornalista investigativo famoso per le sue inchieste sulla corruzione, è stato fermato dalla polizia il 7 giugno scorso e incriminato per "tentato spaccio". Poi è stato posto agli arresti domiciliari. L'arresto ha suscitato molto scalpore in Russia: Golunov ha ricevuto la solidarietà di decine di persone comuni e colleghi che, su invito del sindacato dei giornalisti, hanno sfidato le autorità manifestando davanti alla sede del ministero degli Interni con "manifestazioni individuali" per sfuggire alle stringenti leggi russe sugli assembramenti non autorizzati, ma scatenando comunque un'ulteriore ondata di fermi. Nei giorni successivi, i tre principali quotidiani economico-liberali russi, Vedomosti, RBK e Kommersant, hanno manifestato il proprio sostegno a Golunov. E il 10 giugno sono andati in edicola tutti con lo stesso titolo in prima pagina: "Io, noi siamo Ivan Golunov".

I dubbi sull’incriminazione e le accuse sulle modalità del fermo

Il giorno successivo all’arresto, Golunov ha accusato un malore ed è stato portato in ospedale in ambulanza per dei controlli. Circostanza, questa, confermata dal portavoce della polizia di Mosca. Secondo la versione diffusa dalla polizia, quando è stato fermato Golunov avrebbe avuto addosso diversi pacchi contenenti 4 grammi di mefedrone, un farmaco stimolante sintetico, e altri pacchetti sarebbero stati trovati in casa sua. Ma l’arresto e le modalità del fermo sono finite sotto accusa da parte dei legali di Golunov, del suo giornale e di altre testate: Meduza ha infatti ricostruito che Golunov, dopo il fermo, non ha potuto contattare gli avvocati o i familiari, è stato sottoposto a privazione di sonno e, probabilmente, malmenato, possibile motivo del malore il giorno successivo all’arresto. Ma non solo. Le immagini delle perquisizione diffuse in una nota dalla polizia, in cui si collocava la droga in bella mostra nell'appartamento di Golunov, si sono rivelate un falso: in realtà non erano state scattate in casa sua. Le forze dell'ordine si sono giustificate dicendo che si è trattato di "un errore del tecnico di laboratorio" - dopo che sulla rete si sono riversate le testimonianze di amici e colleghi. L’avvocato di Golunov aveva poi fatto sapere che i test sulla droga - urine e campioni sulle mani - hanno dato esito negativo.

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