Il 67% dei votanti ha deciso di mantenere le restrizioni contenute in una legge che trova la sua origine nelle norme antiterrorismo dell'Unione europea. Le armi circolanti in Svizzera sono circa 2,3 milioni, tre ogni dieci residenti
La Svizzera ha detto sì a una legge più restrittiva sulle armi, secondo il modello delle norme antiterrorismo dell'Ue. I favorevoli - secondo i dati della tv svizzera - sono stati il 63,7% dei votanti. Tra i Cantoni, solo nel Ticino la maggioranza ha scelto il no. Alla norma europea si erano opposti il partito conservatore e alcune società sportive di tiro a segno, promotori del referendum.
Stretta sulle armi
Anche se non è un paese membro dell'Unione Europea, la Confederazione elvetica ha dovuto allinearsi a causa dei suoi obblighi come parte dello spazio Schengen di libera circolazione. La legge modificata prevede in particolare l'obbligo di contrassegnare tutte le parti essenziali di un'arma e inserisce le armi semiautomatiche dotate di grandi caricatori, che permettono di sparare a raffica senza ricaricare, nella categoria delle armi vietate. Tali armi potranno continuare a essere acquistate e utilizzate nel tiro sportivo, ma sarà necessaria un'autorizzazione eccezionale.
Sì alla norma Ue
Il sì emerso dalle urne ha diverse chiavi di lettura: manifesta la volontà di accrescere la protezione contro la violenza armata ma esprime anche la volontà di salvaguardare i rapporti con l'Ue. Con la revisione della legge, la Svizzera recepisce infatti la nuova direttiva europea sulle armi, adottata da Bruxelles dopo gli attentati di Parigi, Bruxelles e Copennaghen. L'obiettivo è di ridurre i rischi che armi automatiche e semiautomatiche siano trasferite verso i mercati illegali e che finiscano nelle mani di criminali e di terroristi.
Svizzera al 16esimo posto per possesso di armi
Le armi circolanti in Svizzera sono circa 2,3 milioni, tre ogni dieci residenti, proporzione che piazza il Paese al 16esimo posto nella classifica di armi pro capite.