Papa Francesco in Bulgaria: “Il mondo di migranti e rifugiati è una croce dell’umanità”

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Il Pontefice ha visitato un centro profughi nella periferia di Sofia dove ha conversato con gli ospiti: “Vi auguro il meglio dopo gli orrori nel lasciare la vostra patria”. Bergoglio si è poi spostato verso Rakovsky dove ha celebrato una messa

"Oggi il mondo dei migranti e dei rifugiati è un po' una croce dell'umanità, è una croce che tanta gente soffre”. Papa Francesco, in visita in Bulgaria, si è espresso così parlando ai rifugiati nel centro profughi “Vrazhdebna” di Sofia. Il Pontefice ha fatto riferimento agli "orrori" nel "lasciare la propria patria e cercare di inserirsi in un'altra patria". "Ma c'è sempre una speranza", ha detto nel suo breve intervento. Bergoglio ha detto alle persone incontrate: "Apprezzo la vostra buona volontà. Vi auguro il meglio, a voi e ai vostri concittadini che avete lasciato nella vostra patria. Che Dio vi benedica".

La visita al centro profughi di Sofia

In mattinata il Papa, dopo aver lasciato la Nunziatura Apostolica di Sofia, si è trasferito in auto al Centro profughi nella periferia della capitale bulgara. Al suo arrivo è stato accolto dal direttore del Centro e dal direttore della Caritas all'ingresso principale della struttura, un ex edificio scolastico adibito a centro di accoglienza profughi. Poi si è recato nel refettorio dove si trovavano riunite circa 50 persone tra genitori e bambini. I bambini presenti nel Centro provengono da Siria ed Iraq. Dopo il breve saluto di una volontaria, il canto eseguito dai bambini e il dono dei disegni dei piccoli al Papa, il Pontefice ha salutato le famiglie accolte nel Centro e rivolto loro alcune parole.

La giornata del Papa

Il Papa ha conversato con una donna afghana che è in Bulgaria da cinque anni e la cui famiglia si trova negli Stati Uniti. Presente all'incontro anche una donna irachena con sette figli e il marito malato. Un altro rifugiato presente è un uomo privo di documenti, con la moglie e una figlia di due anni nata in Bulgaria. Il programma in atto al momento nel Centro coinvolge circa 20-25 famiglie. Un uomo di 42 anni, padre di sei figli, curdo iracheno di Mosul, ha preparato una lettera in inglese per il Papa chiedendo aiuto per la sua famiglia che si trova in Bulgaria da tre anni. Varie le testimonianze lette in arabo. Alcuni rifugiati anche dal Pakistan. Il Pontefice, molto applaudito al suo arrivo, ha salutato tutti i presenti, uno per uno. Quindi, ha impartito la sua benedizione e si è spostato all'aeroporto per partire alla volta di Plovdiv, da dove poi ha raggiunto Rakovsky, "cuore" cattolico della Bulgaria, per la messa con le prime comunioni a decine di bambini.

La messa a Rakovsky

A Rakovsky il Papa ha detto: "Sono felice di salutare i bambini e le bambine della Prima Comunione. A tutti voi rivolgo il bel saluto augurale che si usa anche nel vostro Paese in questo tempo pasquale: 'Cristo è risorto'". Nell'omelia della messa nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, ha poi parlato a braccio con i bimbi: “Sono contento di avervi qui. A voi faccio una domanda: voi siete la stessa famiglia? E come si chiama la nostra famiglia? Il nostro cognome è 'cristiano'. Io ho parlato della carta d'identità del cristiano e ho detto questo: la nostra carta d'identità è questa, Dio è nostro padre, Gesù nostro fratello, la Chiesa è la nostra famiglia e noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore”. Poi il Pontefice ha dato personalmente la prima comunione, uno per uno, a tutti i 245 bambini e bambine provenienti da tutta la Bulgaria.

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