Elezioni Spagna, vincono socialisti ma manca maggioranza. I risultati

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Il Psoe è il primo partito e il leader e premier uscente Pedro Sanchez esulta: con noi vince il futuro, tenderemo la mano a tutte le forze politiche nell'ambito della Costituzione. Crolla il Pp, mentre l’ultradestra di Vox entra per la prima volta in Parlamento

Il partito socialista ha vinto le elezioni in Spagna, in una tornata caratterizzata da un’altissima affluenza (oltre il 75%) e dal risultato a suo modo storico dell’estrema destra di Vox che entra per la prima volta in Parlamento conquistando 24 seggi. Il Psoe guidato da Pedro Sanchez, leader e premier uscente, ottiene un ottimo riscontro dalle urne: è il primo partito e distanzia il Partido Popular, che ha fatto registrare un tracollo netto. Ma i socialisti, pur vincendo, si ritrovano senza una maggioranza chiara per formare il prossimo governo e i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze che si prospetta (CHI ERANO I CANDIDATI IN CORSA - I SONDAGGI - L'AFFLUENZA).

Sanchez: con il partito socialista vince il futuro

"Il partito socialista ha vinto le elezioni generali in Spagna e con queste ha vinto il futuro. E ha perso il passato”, sono state le prime parole del premier Sanchez. "Abbiamo mandato un messaggio all'Europa e al resto del mondo. Si può vincere l'autoritarismo e l'involuzione", ha detto nel discorso della vittoria elettorale. Poi ha aggiunto: "Formeremo un governo pro europeo”. Sanchez dalle urne ha ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida dell'esecutivo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali. E ha portato il Psoe a vincere come non faceva da 11 anni. (CHI E' PEDRO SANCHEZ). 

Il rebus maggioranza

Ora però il compito di Sanchez sarà arduo: anche se è forte di 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Pp - il vero sconfitto di queste elezioni che ne ottiene soltanto 66 dimezzando la sua presenza in parlamento - il leader socialista non ha comunque i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara, perché anche con i 35-40 seggi che Podemos non si supera la “quota 176” necessaria per la maggioranza assoluta. Potrebbe doversi quindi rivolgere di nuovo al fronte indipendentista, mossa che confermerebbe le accuse dell’opposizione nei suoi confronti. Quasi certamente, chiunque voglia formare un esecutivo dovrà trattare con Erc (Esquerra republicana de Catalunya), il partito indipendentista catalano, il cui leader Junqueras è attualmente in carcere. 

L’exploit di Vox

L’altro volto sorridente delle elezioni è l’estrema destra di Vox, che ha fatto registrare un exploit ottenendo il 10,2% e 24 seggi in Parlamento. A 44 anni dalla morte di Francisco Franco, l’ultradestra torna alle “Cortes”, da cui era fuori dal 1982, quindi in tutta la storia democratica del Paese. Il leader Santiago Abascal, in piazza Colon a Madrid ha affermato: “Possiamo dire a tutta la Spagna che Vox è qui per rimanerci. Questo è solo l’inizio”.

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