Il premier da Pechino, dove partecipa al Forum Belt and Road: “Il mio governo mira alla stabilizzazione del Paese, ho detto più volte che la situazione militare non è affidabile”
L'Italia "non è né a favore di Serraj né a favore di Haftar, ma a favore del popolo libico, che ha il diritto di vivere in pace". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, spiegando che la posizione italiana sulla crisi libica non è a favore di un singolo attore. "Il mio governo - ha assicurato - mira alla stabilizzazione del Paese".
“Situazione militare non è affidabile”
"Ho detto più volte che la situazione militare non è affidabile", ha aggiunto il premier, ribadendo che "non è con l'opzione militare che si può stabilizzare la Libia". "Con Putin ci siamo scambiati qualche parola ma non era il contesto giusto" per parlare di Libia: "Abbiamo rinviato il colloquio più concreto su questi temi a domani".
La telefonata di Serraj
Di prima mattina Conte aveva sentito al telefono Serraj. Il premier libico gli avrebbe spiegato che l'esercito nazionale "difenderà Tripoli con tutto il suo vigore" fino a che non respingerà "l'aggressore" Haftar. Lo scontro si protrae da settimane, ed ha già causato centinaia di vittime e creato la prospettiva di una lunga guerra.