Colpo di Stato in Sudan, chi è Alaa Salah "regina nubiana" e donna simbolo della protesta

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Alaa Salah durante le proteste in Sudan (Getty Images)

Ha 22 anni e studia Architettura all'università di Karthoum. Durante le manifestazioni contro il regime ha indossato un abito bianco tradizionale, il "thobe", e guidato i cori della folla. La sua storia e il video diffuso sui social

Si chiama Alaa Salah, ha 22 anni, studia architettura all'università di Karthoum ed è diventata la donna simbolo delle proteste in Sudan contro Omar Al Bashir (FOTO). Il presidente, al potere da 30 anni, si è dimesso dopo un colpo di Stato. Nei giorni scorsi, durante le manifestazioni contro il regime, la giovane sudanese è salita alla ribalta grazie a un video pubblicato sui social che ha ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni. Nelle immagini, la donna intona canti tradizionali e invoca il cambiamento del Paese. Alaa Salah è stata soprannominata “Kandaka”, ovvero “regina nubiana”.

"I miei genitori mi hanno insegnato ad amare il mio Paese"

Alaa Salah ha raccontato al Guardian di aver partecipato alle proteste anti-Bashir sin dall'inizio, ormai tre mesi fa, sotto l'onda della pesante crisi economica, “perché i miei genitori mi hanno insegnato ad amare il mio Paese". “Kandaka” ha letto in piazza un poema rivoluzionario, che recita: "I proiettili non uccidono, quello che uccide è il silenzio".

Versi molto popolari e già scanditi nelle proteste dell'anno scorso e durante le rivolte del 2013. "All'inizio - ha spiegato Alaa - ho trovato un gruppo di sei donne ed ho cominciato a cantare, loro mi hanno seguito, e la gente è arrivata sempre più numerosa".

La rivoluzione in abito bianco

La studentessa è salita sul tetto di un'auto, guidando i cori dei manifestanti: "La religione dice che se gli uomini vedono che qualcosa va male, non possono restare in silenzio", ha cantato, mentre la gente rispondeva gridando a intermittenza la parola "Rivoluzione!". Alaa indossava il “thobe”, un abito bianco tradizionale. Sul web i suoi sostenitori l'hanno ribattezzata "Statua della libertà", ma soprattutto “Kandaka", regina di Nubia al tempo delle conquiste di Alessandro il Grande, che divenne il simbolo della lotta delle donne per i loro diritti nel Paese.

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