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Brexit, May chiede rinvio fino al 30 giugno. Fonti Ue: "Tusk pronto a proroga flessibile"

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La premier scrive al presidente del Consiglio europeo che, a sua volta, vuole proporre agli Stati membri di estendere la deadline al 10 aprile 2020, con la possibilità di interromperla prima in caso di intesa. La Commissione Ue chiarisce: "Risposta verrà dai 27 Paesi"

Il primo ministro britannico Theresa May ha proposto in una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk una proroga fino al 30 giugno per la Brexit, da concludersi prima "nel caso in cui le parti siano in grado di ratificare più velocemente”. Un'istanza che potrebbe avere esito positivo, dato che Tusk, secondo fonti Ue, sarebbe pronto a proporre ai capi di Stato e di governo dell'Ue a 27 di concedere al Regno Unito una proroga “lunga ma flessibile”, per evitare un'uscita senza accordo. Ma il portavoce della Commissione europea Maragritis Schinas chiarisce: "Saranno i leader dell'Ue, al vertice di mercoledì, a rispondere alla richiesta" della premier inglese. "Abbiamo visto" queste indiscrezioni sulla possibilità di una 'flextension' di un anno, "non è attribuita" al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk "ma ad un alto funzionario, e di funzionari a Bruxelles ce ne sono molti, e tanti parlano. La risposta verrà dal summit", ha poi ribadito.

Fonti Ue: "Possibile proroga fino a 10 aprile 2020"

Secondo quanto riferito da fonti europee, la proroga della Brexit che Tusk vorrebbe proporre dovrebbe durare un anno, fino al 10 aprile 2020, ma verrebbe interrotta in modo automatico una volta che la Camera dei Comuni sarà riuscita ad approvare e ratificare l'accordo di recesso dall'Ue. Secondo Tusk, questa è "l'unica strada ragionevole", hanno spiegato le fonti.

May: “O accordo con Labour o opzioni alla Camera”

Nella lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, May conferma di voler puntare a un compromesso per sbloccare lo stallo sulla Brexit, o con un "un approccio unico" concordato con il Labour, nell'ambito dei colloqui avviati con Jeremy Corbyn e il suo team, o con un voto multiplo alla Camera dei Comuni su una serie di opzioni con l'impegno del governo a far sua quella preferita. "Non si può consentire che l'impasse continui", scrive la premier Tory: "Crea incertezza e danneggia la fiducia nella politica".

Le preoccupazioni per le elezioni europee

Secondo Tusk una proroga flessibile di un anno permetterebbe a May di cercare di far passare rapidamente l'accordo di recesso dall'Ue ai Comuni in caso di successo nel dialogo in corso con Jeremy Corbyn, oppure di avere tempo a sufficienza per ripensare la strategia Brexit. Se la proposta di Tusk dovesse passare, il Regno Unito sarebbe obbligato a partecipare alle elezioni europee del 23-26 maggio. Ma alcuni Paesi temono l'incertezza che si verrebbe a creare: in teoria, con una proroga flessibile, il Regno Unito potrebbe infatti uscire dall'Ue appena prima del voto, cancellando le elezioni a livello nazionale e creando una situazione di caos nella ripartizione dei seggi per gli altri Stati membri. Inoltre, senza una data certa di uscita, l'Ue rischierebbe di subire le conseguenze dell’instabilità della politica interna britannica, in particolare se May decidesse all'improvviso di dimettersi o di andare a elezioni anticipate. Altri Paesi, invece, insistono affinchè il governo britannico, in cambio di una proroga lunga, si impegni formalmente ad astenersi su alcune decisioni chiave della prossima legislatura come la nomina del presidente della Commissione e degli altri vertici delle istituzioni comunitarie o l'accordo sul bilancio pluriennale 2021-2027.

Germania: "Aspettiamo summit a Bruxelles". Brexiteers: "No a proroga"

"Aspettiamo il summit a Bruxelles" in programma mercoledì 10, è questa la posizione del governo tedesco, secondo quanto riferito da un portavoce che ha ribadito la posizione della Germania e della cancelliera Angela Merkel: "Fino all'ultimo momento, posso dire da parte della Germania che faremo tutto per evitare una Brexit no deal", ha detto Merkel ieri a Dublino. Mentre secondo i falchi Tory brexiteers, Bruxelles farebbe bene a non concedere al Regno Unito una proroga: lo suggerisce, in toni politicamente minacciosi, Jacob Rees-Mogg: "Se un'estensione ci intrappolasse nell'Ue - twitta Rees-Mogg - potremmo mettere il veto a qualsiasi incremento del bilancio, ostacolare il cosiddetto esercito europeo e bloccare i piani integrazionisti del signor Macron".

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